ROMA (Reuters) - Giornata tesa tra governo e Fiom sulla riforma del mercato del lavoro che il premier Matteo Renzi vuole vedere approvata dal Parlamento entro il 9 dicembre.
Alla manifestazione di Napoli contro la politica economica del governo, il leader dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini ha scatenato un polverone dicendo che Renzi non ha il consenso "di chi lavora e delle persone oneste".
Inevitabili le critiche ad ampio raggio, dal Pd a Confindustria, per le parole di uno dei sindacalista che impersonano la resistenza al Jobs act.
"Dire che (il) governo non ha (il) consenso delle persone oneste offende milioni di lavoratori che nel Pd credono. Spiace che a farlo sia un sindacalista", ha commentato il presidente del Pd, Matteo Orfini.
Mentre il capo degli industriali Giorgio Squinzi, che partecipava con Renzi a una conferenza di imprenditori europei, ha replicato: "Io personalmente mi ritengo una persona onesta, più che onesta".
Le parole incriminate sono state pronunciata da Landini durante una intervista a Sky a margine del corteo: Renzi "deve rendersi conto che oggi lui il consenso di chi lavora, dei giovani che stanno cercando lavoro e delle persone oneste in questo Paese lui non ce l'ha. Ora deve decidere da che parte stare".
Il capo della Fiom si è poi scusato: "Se non sono stato chiaro me ne scuso e ritiro perché non ho nessuna intenzione di aprire polemiche assurde".
Le manifestazioni non sembrano preoccupare il governo. Anzi, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervistato a Londra da Sky UK ha definito le proteste "un segnale che la riforma va nella giusta direzione".
Parlando in Confindustria con al fianco Squinzi, Renzi ha detto che "l'ultimo voto in Parlamento [sul Jobs act] sarà il 9 dicembre, e a gennaio adotteremo i decreti attuativi", confermando l'intenzione di bruciare le tappe per arrivare alle nuove regole.
Stamani la Camera ha respinto le pregiudiziali alla delega e il testo sarà licenziato il 26 novembre, forse con fiducia. Poi la terza lettura in Senato.
"L'articolo 18 nel nostro Paese rappresenta un ostacolo. Ora con il Jobs act e sconti fiscali sul lavoro non ci sarà più questo freno e questo dovrebbe liberare gli investimenti", ha concluso il premier.
(Roberto Landucci)