Investing.com - I futures del petrolio greggio sono in salita negli scambi post-natalizi di questo mercoledì, con gli investitori che continuano a monitorare le trattative tra i politici statunitensi per evitare l’incombente precipizio fiscale.
Gli scambi restano limitati, con le posizioni di fine anno e l’attività in genere ridotte dalle festività in molti paesi.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 89,13 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,6% sulla giornata.
I futures della borsa di New York sono rimasti nel range stretto tra 88,67 dollari al barile, il minimo giornaliero ed il massimo della seduta di 89,18 dollari al barile.
Ieri non ci sono stati scambi per via della chiusura di Natale.
Gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi che circondano il precipizio fiscale, vale a dire l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica pari a 600 miliardi di dollari che dovrebbero andare in vigore il 1° gennaio.
La Casa Bianca ha fatto sapere ieri sera che il Presidente Barack Obama rientrerà anticipatamente dalle sue vacanze alle Hawaii per prendere parte ai dialoghi di giovedì a Washington per evitare la crisi in vista dell’imminente scadenza.
Entrambe le Camere del Congresso ritorneranno a lavoro giovedì.
Senza un accordo, gli Stati Uniti potrebbero ricadere in recessione e trascinare con sé gran parte dell’economia mondiale.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a febbraio sono saliti dello 0,6%, a 109,47 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 20,33 dollari al barile.
Gli scambi restano tuttavia contenuti con la chiusura della Piazza di Londra di quest’oggi.
Gli scambi restano limitati, con le posizioni di fine anno e l’attività in genere ridotte dalle festività in molti paesi.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 89,13 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,6% sulla giornata.
I futures della borsa di New York sono rimasti nel range stretto tra 88,67 dollari al barile, il minimo giornaliero ed il massimo della seduta di 89,18 dollari al barile.
Ieri non ci sono stati scambi per via della chiusura di Natale.
Gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi che circondano il precipizio fiscale, vale a dire l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica pari a 600 miliardi di dollari che dovrebbero andare in vigore il 1° gennaio.
La Casa Bianca ha fatto sapere ieri sera che il Presidente Barack Obama rientrerà anticipatamente dalle sue vacanze alle Hawaii per prendere parte ai dialoghi di giovedì a Washington per evitare la crisi in vista dell’imminente scadenza.
Entrambe le Camere del Congresso ritorneranno a lavoro giovedì.
Senza un accordo, gli Stati Uniti potrebbero ricadere in recessione e trascinare con sé gran parte dell’economia mondiale.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a febbraio sono saliti dello 0,6%, a 109,47 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 20,33 dollari al barile.
Gli scambi restano tuttavia contenuti con la chiusura della Piazza di Londra di quest’oggi.