Di Alessandro Albano
Investing.com - La crisi energetica e gli effetti sull'economia stanno continuando ad affossare la moneta unica, la quale è ormai sempre più vicina alla parità sul dollaro americano: l'EUR/USD scambia ora a $1,0035 da $1,0135 di lunedì mattina, livelli mai visti dal novembre 2002, mentre Indice del Dollaro è ormai stabile sopra i 108 punti.
Secondo il senior market analyst di Oanda Jeffrey Halley, "l'energia, e con questo intendo l'energia russa, è al centro delle turbolenze europee, con la notizia che il Canada rilascerà una pompa specializzata per il gasdotto Nord Stream 1 per mantenere il flusso attivo che non ha avuto alcun impatto positivo".
"Ieri il Nord Stream 1, che porta i frutti delle politiche energetiche tedesche dalla Russia, è entrato in un periodo di chiusura annuale di 10 giorni per manutenzione. La domanda chiave è: il gas tornerà dopo il 21 luglio? I mercati stanno già prendendo una decisione", ha scritto in una l'esperto.
Da un punto di vista tecnico, aggiunge Halley, una rottura di USD1,0000 innescherà "un brusco movimento al ribasso". Da quando ha rotto il supporto a 1,0850 ad aprile, l'euro è stato debole fallendo diversi tentativi di ripresa. "Un RSI ipervenduto consente una ripresa a breve termine, con resistenza a 1,0200 e 1,0270. Il supporto è a 1,0000, e un break ha come obiettivo l'area 0,9900/25".
Per gli analisti di ING (AS:INGA), gli effetti stagflazionistici della guerra in Ucraina si stanno facendo sentire molto di più in Europa che in Nord America. "Gli spread creditizi a breve termine continuano a remare contro l'EUR/USD, e questo ha un effetto anche sugli asset di rischio, contesto in cui le azioni potrebbero subire un ulteriore calo del 10%", osserva ING.
"Sulla base delle recenti correlazioni, un calo del 10% delle azioni e un ampliamento degli spread di 25 punti base quest'estate porterebbero EUR/USD vicino a 0,98. Un aumento degli spread di 50 punti base, in caso di Fed più aggressiva e BCE più colomba, vorrebbe dire $0,95".
Goldman Sachs (NYSE:GS), la quale ha tagliato le previsioni di crescita per la zona euro per il 2023, stima in questo contesto la possibilità di un ribasso dell'EUR/USD a $0,96.
"Se il mercato valutasse il nostro forte scenario al ribasso, potrebbe spingere la coppia EUR/USD a scendere di un altro 5%", osserva la banca d'affari. "Nel complesso, i rischi sono orientati al ribasso nelle prossime settimane, soprattutto dopo la pubblicazione del rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti, che dovrebbe mantenere la Fed sul percorso di stretta monetaria e ridurre alcuni timori di un'imminente recessione negli Stati Uniti".
Sulle altre peers, l'euro guadagna invece lo 0,1% sulla sterlina a 0,845, mentre cede la stessa percentuale sullo yen a 137,20.