Investing.com - I futures del greggio crollano questo lunedì, dopo i commenti ribassisti del Ministro del Petrolio dell’Arabia Saudita che hanno spinto gli investitori a riportare l’attenzione sull’eccesso delle scorte globali.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a maggio è crollato di 1,04 dollari, o del 2,24%, a 45,49 dollari al barile negli scambi della mattinata europea.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a maggio crolla di 1,04 dollari, o dell’1,88%, a 54,28 dollari al barile.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 8,79 dollari al barile, rispetto agli 8,75 dollari segnati alla chiusura di venerdì.
Ieri, il Ministro del Petrolio dell’Arabia Saudita, Ali al-Naimi, ha dichiarato che il regno continuerà a portare avanti la strategia di difendere la propria partecipazione sul mercato dai produttori non OPEC piuttosto che contribuire a supportare il prezzo del greggio.
“Ci abbiamo provato, abbiamo tenuto dei vertici e non ci siamo riusciti perché i paesi non-OPEC continuano ad insistere affinché l’OPEC si assuma l’intera responsabilità e noi non siamo d’accordo”, ha affermato Naimi.
I commenti hanno alimentato le aspettative che l’Arabia Saudita non cambi la propria posizione sulla produzione di greggio.
Negli ultimi mesi, il prezzo del greggio è crollato per via della decisione del’OPEC di non tagliare la produzione, mentre negli Stati Uniti si è registrata la produzione più alta degli ultimi tre decenni, causando un eccesso delle scorte globali.
L’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI) venerdì ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è diminuito di 41 unità la scorsa settimana, a 825, riducendosi per 15 settimane consecutive e raggiungendo il minimo dal marzo del 2011.
I traders hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.
Tuttavia, le scorte di greggio statunitensi hanno raggiunto i 458,5 milioni di barili la scorsa settimana, il massimo di quasi 80 anni, segnale che il calo dei prezzi non ha ancora influito sulla produzione.
Intanto, l’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dello 0,45% a 98,49 questa mattina. L’indice ha chiuso la scorsa settimana con un crollo del 2,53%, il maggiore calo settimanale dall’ottobre del 2011.
Il calo del dollaro ha seguito la decisione della Federal Reserve di tagliare le previsioni di crescita ed inflazione e quelle sui tassi di interesse, spingendo gli investitori a rimandare le aspettative sulla tempistica ed il ritmo di un eventuale aumento dei tassi.
L’euro scende contro il dollaro in vista del vertice tra il Primo Ministro greco Alexis Tsipras e la Cancelliera tedesca Angela Merkel che si terrà a Berlino nel corso della giornata. Il vertice si inserisce in un clima di apprensione per il futuro della Grecia nella zona euro.