MILANO (Reuters) - Dopo quattro anni di perdite nel 2015 il sistema bancario italiano dovrebbe invertire la tendenza e tornare ad una redditività positiva anche se modesta e ancora condizionata dal peso delle rettifiche su crediti.
Secondo le stime di Prometeia per il settore bancario italiano, l'anno in corso dovrebbe chiudersi con utili complessivi per 3,8 miliardi dopo l'ulteriore perdita stimata in circa 8 miliardi nel 2014.
L'inversione di tendenza, sostenuta dalla ripresa dell'economia italiana avviata nel primo trimestre, dovrebbe poi consolidarsi nei due anni successivi portando l'utile cumulato nel triennio al 2017 a oltre 21 miliardi che non consentiranno tuttavia di recuperare quanto perduto negli ultimi quattro anni.
Lo scenario di lenta ripresa, evidenzia il centro di ricerca bolognese, sconta una situazione di perdurante rischiosità del credito in capo alle banche ma anche dei numerosi e stringenti vincoli imposti dalla regolamentazione del settore che rendono il costo del capitale ancora alto.
In questo senso la creazione di una 'bad bank' di sistema, che rilevi dalle banche crediti in sofferenza, rappresenterebbe una soluzione efficace nel medio periodo per sostenere la redditività nel settore, e liberare capitale anche se inizialmente le condizioni alle quali si potranno realizzare i trasferimenti dei crediti comportano dei costi significativi.
Nel 2014 in seguito agli esiti dell'Aqr delle Bce le banche hanno dovuto iscrivere a bilancio rettifiche su crediti per 30 miliardi di euro, ricorda Prometeia.
Il venir meno di fattori straordinari e il graduale miglioramento dello scenario macro consentirà quest'anno una riduzione dei tassi di ingresso di crediti in sofferenza con la conseguente diminuzione delle rettifiche viste a 20 miliardi nel 2015, un livello ancora sostenuto e che frena la redditività bancaria.
Complessivamente, nel triennio al 2017 il flusso cumulato di rettifiche su crediti dovrebbe scendere poco sopra i 50 miliardi dai quasi 86 miliardi del triennio precedente. Questo, in uno scenario in cui il credito bancario, grazie al miglioramento delle condizioni economiche e all'effetto della politica ultraespansiva della Bce, dovrebbe tornare a crescere alla fine di quest'anno (+2,5% in media nel 2015-2017).
La ripresa del credito, insieme alla riduzione del costo del funding, favorirà la ripresa del margine di interesse anche se contenuto (+0,4% stimato nel 2015) per effetto dei bassi tassi.
Sul fronte dei costi operativi c'è poco spazio per ulteriori riduzioni dopo gli incisivi interventi degli ultimi anni e pertanto sono visti stabili (+0,5% in media).
Su questo aspetto sarà rilevante l'effetto delle attese operazioni di M&A che saranno innescate dalla riforma della banche popolari ma i benefici potranno realizzarsi nel medio periodo.
(Andrea Mandalà)
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