Sterlina altalenante dopo l’esclusione di Kwarteng

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Di Geoffrey Smith

Investing.com – La sterlina è in calo i titoli di Stato britannici hanno prolungato il loro rally venerdì dopo la notizia che il Primo Ministro Liz Truss licenzierà Kwasi Kwarteng come Cancelliere dello Scacchiere e abbandonerà la maggior parte del suo programma di tagli fiscali non finanziati.

Truss terrà una conferenza stampa alle 14:00 CEST, mentre Kwarteng è appena tornato nel Regno Unito dopo essere rientrato in anticipo dalla riunione autunnale del Fondo Monetario Internazionale, dove i suoi piani sono stati criticati da alti funzionari del Fondo.

Il Times di Londra ha riportato per primo la notizia dell’imminente uscita di Kwarteng, mentre altri, tra cui la BBC, hanno citato fonti non citate per confermare la notizia.

Alle 13:25 CEST, la sterlina ha toccato il minimo della giornata a 1,1246 dollari, con un calo dello 0,7%. I rendimenti dei titoli di Stato britannici hanno continuato a crollare, in previsione di una riduzione del fabbisogno di prestiti del governo con il nuovo cancelliere, il quarto che il Regno Unito avrà in altrettanti mesi.

Le obbligazioni sono state sostenute anche dall’ultimo giorno di interventi della Banca d’Inghilterra, che venerdì prossimo terminerà gli acquisti di titoli di Stato. La Banca aveva stanziato fino a 65 miliardi di sterline per stabilizzare il mercato obbligazionario dopo che lo sfortunato “mini-bilancio” di Kwarteng a settembre aveva innescato un crollo dei titoli di Stato che ha assunto una dinamica auto-rinforzante quando i fondi pensione hanno venduto quantità sempre maggiori di Gilt per soddisfare le richieste di margine sui derivati tasso di interesse.

La Banca aveva avvertito che le condizioni di disordine rappresentavano “una minaccia materiale alla stabilità finanziaria del Regno Unito” e si era impegnata a ripristinare l’ordine. Tuttavia, ha anche annunciato che tornerà alle operazioni pronti contro termine a partire dalla prossima settimana, con l’obiettivo di evitare un ulteriore aumento dell’offerta di moneta in un momento in cui inflazione è già a quasi al 10%.