Investing.com - La sterlina si stabilizza questo mercoledì, in seguito al tonfo della notte quando il Parlamento britannico ha nettamente respinto l’accordo sulla Brexit del Primo Ministro Theresa May, alimentando le incertezze sul divorzio del Regno Unito dall’Unione Europea.
Il cambio GBP/USD si attesta a 1,2862 alle 03:54 ET (08:54 GMT) dopo essere sceso al minimo di 1,2667 ieri sera.
Il Parlamento ieri ha votato con 432 voti a sfavore e 202 a favore l’accordo di May, la sconfitta parlamentare peggiore per un governo nella storia recente del paese.
La sterlina è crollata di oltre l’1% contro il dollaro sulla scia del voto, prima di segnare una ripresa in quanto la sconfitta di May potrebbe costringere il paese a scegliere altre opzioni. Queste opzioni potrebbero comunque portare ad esiti radicalmente differenti, che vanno da un secondo referendum che annulli la Brexit ad uno sconvolgimento politico che comporterebbe un’uscita disordinata.
“Sebbene il margine di sconfitta di May sia stato una sorpresa, la sconfitta in sé era stata messa in conto da tempo dai mercati e sembra che i partecipanti abbiano scelto lo short cover sulla sterlina dopo il voto”, afferma Yukio Ishizuki, esperto senior di strategie monetarie di Daiwa Securities.
“Il mercato sta ora valutando la possibilità che la scadenza di marzo della Brexit venga posticipata. A lungo termine, potrebbe ridursi a due scenari: Brexit senza accordo o nessuna Brexit”.
La scadenza della Brexit è fissata per il 29 marzo ma, con il tempo che scorre velocemente, sembra sempre più probabile che il Regno Unito cercherà di ottenere una proroga.
La sterlina è stabile contro l’euro, con la coppia EUR/GBP a 0,8874.
La moneta unica è invariata contro il biglietto verde, con il cambio EUR/USD a 1,1419.
Lo yen, di solito scelto dagli investitori come rifugio nei periodi di difficoltà dell’economia o dei mercati, sale contro il dollaro, con la coppia USD/JPY giù dello 0,12% a 108,53.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,18% a 95,50.
Il biglietto verde resta sulla difensiva dopo che il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti Robert Lighthizer ha affermato che secondo lui non ci sono stati progressi sulle questioni significative durante le trattative con la Cina della scorsa settimana.
Gli investitori “sono perlopiù concentrati sull’esito delle trattative commerciali USA-Cina, ma potrebbe volerci più di un mese prima che venga chiarito”, afferma Ayako Sera, responsabile delle strategie di mercato di Sumitomo Mitsui Trust Bank.
“È difficile per il sentimento dei mercati propendere in un senso o nell’altro, che sia una ripresa o un calo, fino a quando sarà incerto l’esito”.
Sul dollaro pesa anche la riduzione delle aspettative che la Federal Reserve continui ad alzare i tassi quest’anno per via dell’indebolimento della crescita globale.
Il Presidente della Fed di Kansas City Esther George ieri ha parlato di pazienza e cautela sull’aumento dei tassi di interesse per evitare di soffocare la crescita.
I suoi commenti hanno fatto eco alle parole del Presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan, secondo cui la banca centrale statunitense può concedersi il lusso di aspettare prima di alzare di nuovo i tassi e dovrebbe approfittarne.
Kaplan e George sono solo gli ultimi funzionari della Fed ad esprimere supporto all’idea di lasciare i tassi invariati fino a quando non si risolveranno una serie di rischi economici diversi.
-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters