Versione originale di David Wagner – traduzione a cura di Investing.com
Investing.com - Ancora una volta, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è lanciato contro la Fed in un tweet pubblicato ieri sera.
"Economicamente, il nostro paese sta andando molto bene, il numero uno, nonostante l'antiquata politica di riduzione dei tassi d'interesse della Fed", ha detto Trump.
Dato che la Fed ha chiaramente annunciato la sua intenzione di abbassare i tassi nella sua prossima riunione alla fine di luglio della scorsa settimana con un intervento Dovish di Powell al Congresso americano, si potrebbe pensare che, insistendo in questo modo, il Presidente Trump starebbe facendo pressione sulla banca centrale statunitense col fine di proseguire nelle scelte di riduzione dei tassi.
Inoltre, dato che il Presidente degli Stati Uniti sottolinea come l'economia stia andando molto bene, è facile intuire che, alla fine, il suo obiettivo è soprattutto quello di abbassare il dollaro, per aumentare la competitività delle esportazioni statunitensi.
In altre parole, l'attuale guerra commerciale potrebbe essere raddoppiata, o mescolata con una guerra valutaria, ancora una volta sotto la guida di Donald Trump.
La settimana scorsa, Goldman Sachs ha osservato che ritiene in aumento il rischio di un intervento diretto sul mercato Forex statunitense per far scendere il dollaro.
Tuttavia, sembra possibile che ciò possa effettivamente accadere, poiché è improbabile che l'azione della Fed abbia un impatto significativo verso il basso sul dollaro, dato che il mercato è già sicuro al 100% che un taglio dei tassi avverrà il 31 luglio.
Affinché la Fed possa avere un impatto significativo sul dollaro, dovrebbe sorprendere abbassando i tassi dello 0,50% e non dello 0,25% a fine mese, e/o indicare chiaramente fin dall'inizio che ulteriori tagli dei tassi avranno luogo prima della fine dell'anno.
Taglio che rimane improbabile in questa fase: in effetti, se la Fed dovesse allentare significativamente la sua politica monetaria mentre l'economia è forte, non avrà più alcun margine di manovra se l'economia dovesse peggiorare significativamente con la minaccia di una recessione imminente.
In caso contrario, il rischio che Donald Trump eserciti sempre più pressioni sul Tesoro americano affinché agisca per far cadere il dollaro aumenterà, il che probabilmente non impedisce al Presidente degli Stati Uniti di continuare a criticare copiosamente anche la Fed.