ROMA (Reuters) - Possono riprendere i lavori del consorzio Trans Adriatic Pipeline (Tap) nel cantiere di Melendugno, in provincia di Lecce, dove si sta realizzando il microtunnel per l'approdo del gasdotto per portare il gas azero in Puglia.
Lo ha stabilito il Tar del Lazio in un'ordinanza pubblicata oggi, dopo che i lavori erano stati bloccati l'estate scorsa a seguito di un provvedimento del sindaco del comune salentino, che vietava lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa nell'area in attesa di verifiche sulla presunta contaminazione delle falde acquifere circostanti.
Il tribunale amministrativo si è limitato a constatare che l'atto con cui il sindaco, lo scorso 29 ottobre, ha confermato lo stop ai lavori "decorsi trenta giorni dalla data di sua emissione, ha esaurito la propria efficacia il 27 novembre 2018, non vincolando dunque ulteriormente" Tap.
Il Tar non è quindi entrato nel merito dei risultati delle attività di campionamento e analisi svolte da Arpa Puglia.
Lo scorso 15 novembre il Tar aveva confermato la sospensione dei lavori fino al 5 dicembre, ordinando ad Arpa Puglia di depositare entro dieci giorni "circostanziata e documentata relazione riferita agli accertamenti eseguiti e portati a conclusione – secondo quanto riferito in camera di consiglio dai legali dell'Amministrazione resistente (il comune di Melendugno, ndr) – inerenti alle concentrazioni della soglia di contaminazione (CSC) nell’area di cantiere in argomento".
Tale relazione ha evidenziato che "l'inquinamento in acqua non c'era", secondo quanto riferisce un portavoce Tap.
Il mese scorso sulla vicenda si è mossa anche la procura di Lecce. I pm hanno aperto un nuovo fascicolo d'indagine sul presunto inquinamento da metalli della falda acquifera nei pressi del cantiere disponendo perquisizioni e sequestri nelle sedi Tap di Roma e Lecce e in quella del laboratorio di analisi Sgs Italia a Villafranca Padovana (Padova), dove sono state effettuate le analisi per conto della stessa Tap.
Il progetto del gasdotto, che ha di recente avuto il via libera da parte del governo Conte, è fortemente osteggiato dalla comunità locale che teme ricadute per il turismo della zona.