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Ponte Morandi, si lavora su ipotesi cedimento tiranti, continuano ricerche superstiti

Pubblicato 17.08.2018, 18:37
Aggiornato 17.08.2018, 18:37
© Reuters. I resti del Ponte Morandi a Genova

di Ilaria Polleschi

GENOVA (Reuters) - È il cedimento dei tiranti, gli stralli, l'ipotesi più accreditata come causa del crollo del ponte Morandi a Genova, avvenuto martedì e che ha provocato la morte di almeno 38 persone, mentre continuano senza sosta le ricerche dei dispersi tra le macerie.

Intanto la procura di Genova ha riferito di aver disposto il sequestro dei due monconi del ponte e di una serie di documenti nelle sedi di Autostrade per l'Italia. L'inchiesta genovese, ancora senza indagati, ipotizza i reati di attentato colposo alla sicurezza dei trasporti, omicidio colposo plurimo e disastro colposo.

"La rottura di uno strallo è un'ipotesi di lavoro seria. Ci sono testimonianze e video che vanno in questo senso», ha spiegato ai giornalisti Antonio Brencich, professore dell'università di Genova e tra i membri della commissione dei Trasporti e delle Infrastrutture che deve accertare la situazione della sicurezza del ponte. "Pioggia ed eccesso di carico sono ipotesi fantasiose".

Per la commissione, che ha effettuato nel pomeriggio un sopralluogo nella cosiddetta zona rossa, la tempestività negli accertamenti è fondamentale.

"Obiettivo è sciogliere il nodo della sicurezza per Ansaldo (MI:STS), per la viabilità, per i capannoni, per i condomini. Vogliamo sapere se la struttura è stabile fintanto che non verrà demolita per lasciare il posto a una nuova" dice Roberto Ferrazza, presidente della commissione.

"Le cause del crollo sono al centro delle indagini della magistratura e degli organi tecnici della magistratura, di cui noi siamo una componente".

"Faremo fare le analisi del materiale, leggeremo il risultato e nel caso valuteremo quali altre opere consigliare alla procura", ha aggiunto. Le analisi potrebbero partire anche domani se la procura le autorizza. La commissione deve produrre una relazione dettagliata in 30 giorni mentre è prevista una audizione parlamentare a metà settembre.

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"Faremo una lettura topografica di tutti i pilastri per vedere se ci sono state deformazioni. Siccome il ponte si è sbilanciato, ha indotto a una diversa inclinazione tra di loro le varie pilastrate, che potrebbe indurre a sforzi ulteriori non previsti. Tutto lo schema statico del ponte è cambiato".

"Quanto questo influenzi la sicurezza lo diremo dopo che Autostrade per l'Italia avrà proposto le proprie verifiche strumentali, topografiche e fisiche, la procura le avrà autorizzate e noi avremo acquisito i risultati", ha aggiunto Ferrazza.

Intanto proseguono incessamente i lavori alla ricerca dei dispersi, ipotizzati ieri dalla procura tra i 10 e i 20.

"Si tratta di un lavoro certosino, lento, che richiede molto tempo", spiega a Reuters Stefano Zanut dei Vigili del Fuoco.

"Ad ora è impossibile fare una stima di quanto potranno andare avanti i lavori, la cui intensità non è mai calata. Continuiamo

a lavorare con grande forza d'animo".

Sono 340 i pompieri che si alternano nelle operazioni.

A tre giorni dal crollo i soccorritori non hanno perso la speranza di trovare qualcuno in vita, poiché l'accatastamento di

strutture molto grandi e delle masse pesanti, che da un lato rende complicati i lavori di rimozione, dall'altro potrebbe aver

contribuito a creare un "triangolo di sopravvivenza", in cui resta aria e spazio vitale, sottolinea Zanut.

"Si lavora in sincronia con macchine e unità cinofile: cerchiamo di trovare dei punti per penetrare queste macerie incredibilmente pesanti, a quel punto intervengono le macchine per aprire dei varchi, in cui poi entrano i cani".

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È stato demolito il grosso pezzo di ponte che era appoggiato verticalmente nel greto del fiume e nella notte sono stati rimossi i veicoli abbandonati nella fuga sui tronconi del ponte rimasti in piedi.

E proprio sul ponte "è stato piazzato un georadar per capire se la struttura si sta muovendo e come", aggiunge Zanut.

Attualmente non ci sono novità sul bilancio delle vittime, che a stamani alle 11 è stato fissato dalla Prefettura di Genova in 38 morti e 10 feriti ancora ricoverati, di cui sei in codice rosso.

Gli edifici che sorgono sotto il ponte sgomberati dalle autorità sono 13, per un totale di 558 sfollati. In tanti continuano a chiedere di poter rientrare nelle abitazioni per recuperare i propri effetti personali. Le autorità hanno garantito che entro la fine dell'anno tutti avranno una nuova sistemazione.

Restano i problemi al traffico cittadino e autostradale, soprattutto nella zona dell'aeroporto, dove anche stamani si

registravano lunghe code.

Domani, giornata di lutto nazionale, alle 11,30 si terranno i funerali di Stato, alla presenza delle massime cariche dello Stato, anche se diverse famiglie delle vittime hanno deciso tenere i funerali privatamente in segno di protesta contro quella che definiscono negligenza che ha provocato il crollo del ponte.

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