WASHINGTON (Reuters) - I droni che si sono schiantati contro il Cremlino pochi giorni fa devono aver eluso un gran numero di difese a Mosca e dintorni, il che suggerisce che potrebbero essere stati lanciati dall'interno del territorio russo.
Lo dicono esperti di droni basati negli Stati Uniti.
Le riprese dei droni hanno spinto i governi e gli analisti di open source intelligence a cercare di scoprire l'origine dei velivoli, progettati per dirigersi verso una meta e poi esplodere.
Mosca ha cominciato a preoccuparsi della protezione del Cremlino dai droni almeno dal 2015, quando ha introdotto contromisure elettroniche per allontanarli automaticamente attraverso lo 'spoofing' delle posizioni del Gps, spiega Dana Goward, presidente della fondazione no-profit Resilient Navigation and Timing Foundation, che si impegna per ottenere Gps più resistenti e con segnali più potenti.
Lo 'spoofing', vale a dire la falsificazione del segnale, si verifica quando viene inviato un segnale Gps contraffatto invece di quello vero, ingannando elettronicamente i sistemi di guida dei droni o di altri dispositivi.
Secondo Goward, i sofisticati dispositivi di difesa potrebbero far pensare che il tipo di drone utilizzato, che ritiene fosse di medie dimensioni, "probabilmente non utilizzava il Gps, ma era controllato manualmente - suggerendo che il lancio sia avvenuto nelle vicinanze - o semplicemente che sia stato puntato e impostato su un percorso, in stile kamikaze".
Due dei numerosi video pubblicati sui canali social media russi mostrano due oggetti che volano con la stessa traiettoria verso uno dei punti più alti del complesso del Cremlino, la cupola del Senato. Il primo sembra distruggersi causando poco più di uno sbuffo di fumo, il secondo sembra lasciare rottami incandescenti sulla cupola.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Alessia Pé)