(Aggiorna data a 31 agosto)
(Reuters) - Mikhail Gorbaciov, l'uomo che ha posto fine alla Guerra Fredda senza spargimenti di sangue ma non è riuscito a impedire la disgregazione dell'Unione Sovietica, è morto ieri all'età di 91 anni.
Gorbaciov, ultimo presidente sovietico, ha stretto accordi di riduzione degli armamenti con gli Stati Uniti e partenariati con le potenze occidentali per rimuovere la cortina di ferro che aveva diviso l'Europa dopo la seconda guerra mondiale, portando così alla riunificazione della Germania.
Ma le sue riforme interne, note come 'perestroika', hanno contribuito a indebolire l'Unione Sovietica fino a farla crollare, un momento storico che il presidente Vladimir Putin ha definito la "più grande catastrofe geopolitica" del XX secolo.
"Mikhail Gorbaciov è deceduto questa notte dopo una grave e prolungata malattia", ha comunicato il personale dell'Ospedale Clinico Centrale della Russia.
Putin ha espresso "le sue più sentite condoglianze", secondo quanto detto a Interfax dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "Domani (oggi, ndr) invierà un telegramma di condoglianze alla famiglia e agli amici", ha aggiunto Peskov.
Nel 2018 Putin aveva detto che avrebbe invertito la disintegrazione dell'Unione Sovietica se avesse potuto.
I leader mondiali hanno reso omaggio all'ultimo presidente dell'Urss. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che Gorbaciov, a cui è stato assegnato il Premio Nobel per la pace nel 1990, ha aperto la strada a un'Europa libera.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto di aver creduto nella "glasnost e nella perestroika - apertura e ristrutturazione - non come semplici slogan, ma come la strada da seguire per il popolo dell'Unione Sovietica dopo tanti anni di isolamento e privazioni".
Riferendosi all'invasione dell'Ucraina da parte di Putin, il primo ministro britannico Boris Johnson, ha affermato che "l'instancabile impegno di Gorbaciov per l'apertura della società sovietica rimane un esempio per tutti noi".
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)