ROMA (Reuters) - Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e altri sette esponenti di Scelta civica, la formazione centrista fondata da Mario Monti che sostiene il governo, entreranno nel Pd, rafforzando l'ala moderata del partito soprattutto in Senato.
"Accogliamo l'invito rivoltoci da Matteo Renzi a un percorso e a un approdo comuni e riteniamo che si debba andare nella direzione che i nostri elettori ci hanno già indicato. Per questo decidiamo di aderire ai gruppi del Pd di Senato e Camera, alcuni di noi anche al partito stesso", si legge in una nota congiunta.
A firmarla sono cinque senatori (su sette); oltre la Giannini, Gianluca Susta, Alessandro Maran, Linda Lanzillotta e Pietro Ichino - per gli ultimi due si tratta di un ritorno nel partito dove avevano militato prima del 2013. Ci sono anche due deputate, Ilaria Borletti e Irene Tinagli e il viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda.
Il gruppo di Scelta civica, quindi, si scioglie in Senato, dove rimangono solo il senatore a vita Monti e il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, e scende a 23 deputati a Montecitorio.
"Bentornati a casa ai cinque senatori di Scelta Civica, il Pd è in naturale punto di riferimento di tutti i riformisti", ha commentato il senatore renziano del Pd, Andrea Marcucci.
Ma i cambi di casacca pro-Renzi potrebbero non finire qui.
Sullo slancio della vittoria su Forza Italia nella partita del Quirinale, il premier si potrebbe rafforzare ancora in Senato con nuove scissioni tra le fila dell'opposizione, affrancandosi dai voti di Fi sulle riforme.
Proprio a Palazzo Madama 27 senatori della minoranza Pd (su 107) hanno votato di recente contro la nuova legge elettorale che è passata grazie al sostegno di Forza Italia.
I forzisti accusano Renzi di condurre "una campagna acquisti", promettendo a chi passa dalla sua parte di mantenere il posto di parlamentare fino alla scadenza della legislatura nel 2018.
Da una costola del centrodestra, Grandi Autonomie e Libertà (Gal), starebbero già per staccarsi una decina di senatori per formare un gruppo a sostegno del governo, come ha detto oggi al Corriere della Sera uno di loro, Giuseppe Ruvolo.
(Roberto Landucci)
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