Investing.com - I future del greggio sono scesi lo scorso venerdì, segnando il primo calo dell ultime 5 settimane, nei dubbi sull’effetto dei tagli alla produzione di greggio.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a febbraio è sceso di 64 centesimi, o dell’1,2%, a 52,37 dollari al barile alla chiusura di venerdì.
Sulla settimana il greggio di New York ha visto un calo di 1,62 dollari, o del 3%, dopo aver chiuso in positivo tutte e quattro le settimane precedenti.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a marzo è sceso di 56 centesimi o dell1% a 55,45 dollari al barile alla chiusura degli scambi.
Sulla settimana il greggio Brent di Londra ha visto un calo di 1,37 dollari o del 2,4%. Il 1° gennaio ha rappresentato l’inizio dell’accordo tra paesi OPEC e non OPEC, con a capo la Russia, volto al taglio della produzione pari a 1,8 milioni di barili al giorno.
L’accordo, se implementato come previsto, dovrebbe ridurre la produzione del 2%. Tuttavia, alcuni investitori restano scettici sull’effettiva implementazione dell’accordo. Nonostante le indicazioni che i principali produttori di greggio, come Arabia Saudita e Kuwait, starebbero rispettando i tagli alla produzione, altri produttori come la Libia, stanno aumentando la produzione.
L’OPEC rilascerà il suo bollettino mensile il 18 gennaio e l’Agenzia Internazionale per l’Energia rilascerà il suo report mensile il giorno dopo, ma entrambi saranno rilasciati dopo sole due settimane dall’inizio dei tagli alla produzione.
Di conseguenza, i mercati dovranno aspettare il report di metà febbraio per avere indicazioni più chiare sull’adesione ai tagli della produzione da parte dei membri dell’OPEC.
Intanto, gli occhi restano puntati sull’aumento dell’attività di estrazione negli USA.
Secondo Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti la scorsa settimana è sceso di 7 unità a 522. Si è trattato del primo calo settimanale dopo 10 settimane.
Sul Nymex, i future della benzina con consegna a febbraio salgono di 0,9 centesimi, o dello 0,1%, a 1,611 dollari al gallone. Sulla settimana i future hanno chiuso in calo dell’1,4%.
Il combustibile da riscaldamento con consegna a febbraio scende di 2,4 centesimi, o dell’1,4%, a 1,651 dollari al gallone. Sulla settimana i future hanno chiuso in calo del 3%.
I future del gas naturale con consegna a febbraio scendono di 3,3 centesimi, o dell’1%, a 3,419 dollari per milione di BTU. In controtendenza rispetto agli altri energetici, sulla settimana i future hanno chiuso in salita del 4,1%, dopo il rilascio dei dati sulle scorte.
Questa settimana l’attenzione degli operatori sarà concentrata sui dati sulle scorte USA di mercoledì e giovedì alla ricerca di nuove indicazioni sull’andamento della domanda e delle scorte.
Il report viene pubblicato con un giorno di ritardo per via del Martin Luther King Jr. day che si festeggerà lunedì.
I riflettori saranno puntati inoltre sul report mensili dell’Agenzia Internazionale per l’Energia e dell’OPEC che forniranno indicazioni sui livelli globali della domanda e dell’offerta.
Gli investitori continueranno inoltre a seguire le dichiarazioni dei principali produttori alla ricerca di segnali positivi che confermino l’adesione ai tagli alla produzione del prossimo anno.
In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Mercoledì 18 gennaio
L’OPEC rilascerà il bollettino mensile sull’andamento del mercato del greggio.
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report settimanale sulle scorte di greggio.
Giovedì 19 gennaio
L’Agenzia Internazionale per l’Energia rilascerà il report sui livelli globali della domanda e dell’offerta.
La U.S. Energy Information Administration rilascerà il report settimanale sulle scorte di greggio e benzina.
L’EIA statunitense rilascerà i dati sulle scorte di gas naturale.
Venerdì 20 gennaio
Baker Hughes rilascerà i dati settimanali sul numero degli impianti di estrazione attivi negli Stati Uniti.