Investing.com - Il prezzo del greggio sale negli scambi di questo giovedì, ma resta vicino al minimo di tre settimane della seduta precedente nei timori per l’aumento della produzione statunitense.
I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) salgono di 17 centesimi, o dello 0,3%, a 56,13 dollari al barile alle 3:50 ET (08:50 GMT), dopo il crollo del 2,9% di ieri, l’aumento giornaliero maggiore di oltre due mesi. Il prezzo ha toccato il minimo intraday di 55,82 dollari, il minimo dal 20 novembre.
Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, si attestano a 61,50 dollari al barile, su di 28 centesimi, o dello 0,5%, rispetto all’ultima chiusura. Il contratto ha visto un crollo del 2,6% nella seduta precedente dopo aver toccato il minimo dal 17 novembre.
Il prezzo del greggio ha registrato un crollo ieri dopo i dati della U.S. Energy Information Administration che hanno rivelato un’impennata delle scorte di carburante statunitensi mentre la produzione nazionale ha toccato un nuovo record settimanale.
Gli ultimi dati settimanali dell’EIA hanno mostrato che le scorte di benzina USA sono aumentate di 6,8 milioni di barili, molto più del previsto.
La produzione petrolifera USA è salita di 25.000 barili al giorno la scorsa settimana a 9,71 milioni di barili al giorno, avvicinandosi ai livelli dei principali produttori, Russia ed Arabia Saudita.
Nel report si legge inoltre che le scorte di greggio USA sono scese di 5,6 milioni di barili a 448,1 milioni, portando le scorte al di sotto dei livelli stagionali del 2015 e del 2016.
I timori che l’aumento della produzione statunitense possa minare gli sforzi compiuti dall’OPEC per ridurre le scorte in eccesso pesano sul sentimento, secondo i trader.
Il gruppo di produttori, insieme ad altri produttori non-OPEC guidati dalla Russia, la scorsa settimana ha infatti deciso di estendere gli attuali tagli alla produzione per altri nove mesi fino alla fine del 2018. L’accordo per tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno è stato siglato lo scorso inverno dall’OPEC, dalla Russia e da altri nove produttori. Il patto sarebbe dovuto scadere nel marzo 2018 ed era già stato prorogato.
Intanto, i future della benzina salgono di 0,3 centesimi, o dello 0,2%, a 1,670 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento è in salita di 0,7 centesimi a 1,868 dollari al gallone.
I future del gas naturale crollano di 5,3 centesimi, o dell’1,8%, a 2,869 dollari per milione di BTU, con i trader in attesa dei dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della giornata.