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Prezzo del greggio in calo, attesi dati sulle scorte USA

Pubblicato 13.09.2017, 09:21
Aggiornato 13.09.2017, 09:21
© Reuters.  Prezzo del greggio in calo, attesi dati sulle scorte USA

Investing.com - Il prezzo del greggio scende questo mercoledì, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte attesi nel corso della seduta mostrino un aumento maggiore del previsto delle scorte USA di greggio, con gli uragani Harvey e Irma che hanno pesato sulla domanda.

La U.S. Energy Information Administration rilascerà il report settimanale ufficiale sulle scorte oggi alle 10:30 ET (14:30 GMT). Gli analisti prevedono un aumento delle scorte pari a circa 3,2 milioni di barili per la scorsa settimana. Se confermato, si tratterebbe del secondo aumento settimanale consecutivo.

Intanto, le scorte di benzina dovrebbero scendere di 2,0 milioni di barili mentre i prodotti raffinati dovrebbero diminuire di 1,5 milioni di barili.

Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono salite di 6,2 milioni di barili nella settimana terminata l’8 settembre.

Si tratta del secondo incremento di fila dopo che a causa dell’uragano Harvey la produzione in alcuni giacimenti nel Golfo del Messico e nelle raffinerie in Texas è stata interrotta e che i produttori nazionali hanno ridotto la produzione per evitare un eccesso di scorte.

Dal report API è emerso inoltre un calo di 7,9 milioni di barili delle scorte di benzina, mentre le scorte di prodotti raffinati sono scese di 1,8 milioni di barili, poiché le principali raffinerie a Houston e Corpus Christi non erano operative.

Ci sono spesso grosse differenze tra le stime API ed i dati ufficiali dell’EIA.

I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) scendono di 7 centesimi, o dello 0,2%, a 48,16 dollari al barile alle 3:20 ET (07:20 GMT). Il riferimento USA è salito di 16 centesimi, o dello 0,3% ieri.
Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, scendono di 18 centesimi, o dello 0,3%, a 54,09 dollari al barile, dopo essere saliti di 43 centesimi, o dello 0,8% nella seduta precedente.

I guadagni di ieri sono giunti sulla scia dell’ultimo report dell’OPEC, secondo cui la produzione di greggio da parte del cartello il mese scorso è scesa per la prima volta da marzo.

L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ha reso noto nel suo attesissimo report mensile che la produzione ad agosto è diminuita di 79.000 barili al giorno a 32,76 milioni, per via del calo in Libia, Gabon, Venezuela ed Iraq.

L’OPEC ha inoltre alzato le previsioni sulla domanda globale di greggio nel 2017 e nel 2018. Il cartello ritiene che il mondo consumerà 96,77 milioni di barili al giorno quest’anno e 98,12 milioni di barili al giorno il prossimo anno.

Il prezzo è stato incoraggiato inoltre dalle voci secondo cui l’OPEC e i suoi alleati starebbero discutendo della possibilità di estendere di più di tre mesi i tagli alla produzione che scadranno a marzo 2018, prorogandoli probabilmente fino al secondo semestre del prossimo anno.

L’OPEC e altri produttori, compresa la Russia, hanno accettato di ridurre la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno fino a marzo, nel tentativo di ridimensionare le scorte globali e supportare i prezzi del greggio.

Intanto, i future della benzina scendono di 0,6 centesimi, o dello 0,4%, a 1,653 dollari al gallone, mentre i future del gas naturale salgono di 1,2 centesimi, o dello 0,4%, a 3,013 dollari per milione di BTU.

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