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Oro in calo da venerdì, pesano le previsioni di crescita della Fed

Pubblicato 23.09.2013, 09:24
Aggiornato 23.09.2013, 09:24
Investing.com - I futures dell’oro sono in calo nella mattinata di lunedì, e superano le perdite di venerdì, con i traders che rivedono l aspettative sulla durata del programma di stimolo della Federal Reserve.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre sono stati scambiati a 1.327,10 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in calo dello 0,4%.

I prezzi dell’oro sono scesi dell’1,4% al minimo della seduta di 1.313,60 dollari l’oncia troy, il minimo dal 18 settembre. Il contratto di dicembre è stato scambiato in calo del 2,7%, a 1.332,50 dollari l’oncia troy.

Supporto a 1.291,70 dollari l’oncia troy, minimo del 18 settembre e resistenza a 1.375,10, massimo del 19 settembre.

Il metallo prezioso è sceso venerdì, dopo che il Presidente dellaFederal Reserve di St. Louis James Bullard ha dichiarato che la decisione di ridurre lo stimolo a settembre era “vicina” e non si esclude una piccola riduzione del programma di acquisti ad ottobre.

La Fed terrà il prossimo vertice di politica monetaria in 29 e 30 ottobre.

I prezzi dell’oro sono saliti del 4,5% il 18 settembre, dopo che la Fed ha deciso di lasciare invariato il programma di acquisti da 85 miliardi di dollari.

La decisione ha sorpreso i mercati, che avevano previsto una riduzione del programma di stimolo della Fed da 85 miliardi di dollari mensili.

L’andamento dei prezzi dell’oro quest’anno ha seguito le aspettative verso una eventuale conclusione anticipata del programma di stimolo monetario da parte della banca centrale statunitense.

Probabilmente i futures dell’oro segneranno un calo del 22% quest’anno, nella speculazione di un ridimensionamento del programma di acquisti per la fine dell’anno.

Sul Comex l’argento con consegna a dicembre è sceso dello 0,85% a 21,74 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a dicembre ha segnato -0,95% a 3,289 dollari la libbra.

I prezzi del rame sono andati sotto forte pressione nonostante il rilascio di dati cinesi positivi nella seduta.

L’Indice HSBC manifatturiero cinese è salito al massimo di sei mesi di 51,2 a settembre da una lettura di 50,1 ad agosto.

La lettura resta sopra il 50,0 per il secondo mese consecutivo, indicando una crescita nel settore manifatturiero.

I traders del rame considerano le variazioni dell’indice PMI della HSBC come un indicatore della domanda di rame dalla Cina, con il metallo prezioso che è utilizzato ampiamente nel settore.

La Cina è il principale consumatore mondiale di rame ed ha rappresentato il 40% del consumo mondiale lo scorso anno.

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