Investing.com - Il sentimento sul mercato del petrolio quest’anno è conteso tra le speranze di una riduzione dell’eccesso di scorte grazie ai possibili nuovi tagli della produzione OPEC e l’impennata dell’attività estrattiva statunitense.
A novembre l’OPEC ha deciso di ridurre la produzione di circa 1,2 milioni di barili al giorno tra gennaio e giugno. La Russia ed altri 10 paesi non membri dell’organizzazione hanno accettato di tagliare la loro produzione di 600.000 barili al giorno.
In totale, è stato deciso di ridurre la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno a 32,5 milioni per il primo semestre dell’anno, ma finora la decisione ha avuto poco impatto sui livelli delle scorte.
I membri dell’OPEC sembrano sempre più favorevoli a prolungare i tagli oltre giugno per riequilibrare il mercato secondo fonti vicine all’organizzazione, ma ciò implicherebbe la collaborazione dei paesi non membri, come la Russia.
Un comitato di Ministri dell’energia di paesi produttori OPEC e non-OPEC ha deciso di riunirsi nuovamente ad aprile per decidere se l’accordo per limitare la produzione debba essere o meno esteso per altri sei mesi. Il cartello si pronuncerà ufficialmente il 25 maggio.
Tutto ciò mentre il numero degli impianti di estrazione attivi negli Stati Uniti la scorsa settimana è salito di 21 unità, secondo i dati Baker Hughes, segnando il decimo aumento settimanale consecutivo. Il totale è a quota 652, il massimo dal settembre del 2015.
La U.S. Energy Information Administration ha ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono salite di 867.000 barili la scorsa settimana al massimo storico di 534,0 milioni.
Si è trattato del dodicesimo aumento settimanale registrato nelle ultime 14 settimane, un dato che alimenta i timori sull’eccesso di scorte.
Secondo gli investitori del settore l’aumento della produzione di scisto USA potrebbe facilmente cancellare gli sforzi per combattere l’eccesso di scorte.
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