Investing.com - Il greggio lo scorso venerdì ha chiuso segnando il terzo ribasso settimanale consecutivo, nei timori di un aumento della produzione negli USA.
I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) con consegna a gennaio sono saliti di 30 centesimi, o dello 0,5%, a 57,34 dollari al barile. Hanno chiuso in calo dello 0,1% sulla settimana.
Il greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, è sceso di 8 centesimi, o dello 0,1%, a 63,23 dollari al barile. Sulla settimana il Brent è sceso dello 0,3%.
Sia il greggio WTI che il Brent hanno segnato tre settimane consecutive in calo, nei timori che l’aumento della produzione USA possa minare gli sforzi OPEC per riequilibrare il mercato.
La produzione USA è aumentata di 73.000 barili al giorno la scorsa settimana, secondo i dati governativi. La produzione USA è cresciuta del 16% dal minimo toccato nella metà del 2016, ad un totale di 9,78 milioni di barili al giorno, portando la produzione vicina a quella di Arabia Saudita e Russia.
La scorsa settimana, i dati di Baker Hughes, (azienda di servizi di General Electric (NYSE:GE), hanno mostrato che il numero degli impianti attivi negli Stati Uniti è sceso per la prima volta in sei settimane. Tuttavia il totale degli impianti è molto più elevato rispetto ai livelli dello scorso anno.
Durante il vertice dello scorso mese, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e gli altri principali produttori di greggio con a capo la Russia hanno deciso di estendere l’attuale accordo sul taglio della produzione oltre la scadenza del marzo 2018 fino alla fine del prossimo anno.
L’accordo di una riduzione di di circa 1,8 milioni di barili al giorno, adottato lo scorso inverno, è stato prorogato nel maggio di quest’anno fino al marzo 2018, nel tentativo di ridimensionare le scorte globali in esubero e di supportare il prezzo del greggio.
Sul Nymex, i future della benzina sono scesi di 2,1 centesimi, o dell’1,3%, chiudendo a 1,655 dollari al gallone venerdì. Sulla settimana, il prezzo ha chiuso in calo del 3,6%. Intanto, il combustibile da riscaldamento è sceso di 0,4 centesimi, o dello 0,2% a 1,905 dollari al gallone, chiudendo in calo dell’1,3%.
I future del gas naturale sono in calo di 6,0 centesimi, o del 2,3% a 2,624 dollari per milione di BTU. Sulla settimana sono scesi del 5,8%.
Questa settimana l’attenzione degli operatori sarà concentrata sui dati USA sulle scorte di greggio e prodotti raffinati, attesi martedì e mercoledì, per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale.
In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Martedì
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report settimanale sulle scorte di greggio USA.
Mercoledì
La U.S. Energy Information Administration rilascerà i dati settimanali sulle scorte di greggio e prodotti raffinati.
Giovedì
Il governo statunitense pubblicherà il report settimanale sulle scorte di gas naturale.
Venerdì
Baker Hughes rilascerà i dati settimanali sul numero di impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti.