LONDRA (Reuters) - ** Quotazioni del greggio in flessione intorno a 66 dollari al barile oggi, messe sotto pressione dai timori che l'incremento della produzione e delle esportazioni dagli Stati Uniti vanifichino gli sforzi a guida Opec per erodere le scorte con tagli alla produzione.
** La produzione di greggio negli Stati Uniti la settimana scorsa ha toccato i 10,27 milioni di barili giornalieri, un livello record se fosse confermato dai dati mensili. Le esportazioni di greggio sono balzate a oltre 2 milioni di barili giornalieri, vicino al massimo storico di 2,1 milioni segnato a ottobre.
** Il derivato sul Brent tratta in calo di 54 cent a 65,86 dollari intorno alle 12,20 ora italiana. I prezzi hanno corso a inizio 2018 toccando i 71,28 dollari il 25 gennaio, i massimi da dicembre 2014. Il futures sul greggio Usa arretra di 41 cent a 62,36 dollari.
** Le quotazioni si indeboliscono anche a causa del rafforzamento del dollaro, che rende più caro l'oro nero per chi lo compra con una valuta diversa.
** La flessione si è materializzata nonostante un inatteso calo delle scorte a 1,6 milioni di barili, come documentato dall'Energy information administration (Eia) americana.
** Ci si aspetta che la produzione Usa aumenti anche di più quest'anno e superi gli 11 milioni di barili giornalieri a fine 2018.
** L'organizzazione dei paesi esportatori non è apparentemente preoccupata dell'accelerazione della produzione Usa e dice di essere tranquilla sul ritmo a cui il mercato si sta muovendo verso l'equilibrio.
"Penso che il ritmo sia eccellente, l'accordo sta funzionando e ne siamo molto contenti", ha detto ieri a Reuters il ministro dell'Energia degli Emirati Arabi Suhail al-Mazroui, attuale presidente Opec. "Ma il lavoro non è ancora finito".