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Il greggio inizia la settimana a rilento, riflettori su produzione USA e sull’OPEC

Pubblicato 23.04.2018, 10:10
Aggiornato 23.04.2018, 10:10
© Reuters.  Il greggio inizia la settimana a rilento, riflettori su produzione USA e sull’OPEC

© Reuters. Il greggio inizia la settimana a rilento, riflettori su produzione USA e sull’OPEC

Investing.com - Il prezzo del greggio inizia la settimana in territorio negativo questo lunedì, gli operatori dei mercati continuano a valutare lo stabile aumento dei livelli di produzione USA rispetto agli sforzi compiuti dai principali produttori per ridurre l’eccesso delle scorte.

I future del greggio West Texas Intermediate scambiati a New York scendono di 29 centesimi, o dello 0,4%, a 68,12 dollari al barile alle 4:10 ET (08:10 GMT).

Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, sono in calo di 25 centesimi, o dello 0,3%, a 73,83 dollari al barile.

Entrambi i riferimenti hanno segnato il secondo aumento settimanale consecutivo, con il WTI che è rimbalzato di circa l’1,5% mentre il Brent è schizzato del 2%, tra le tensioni geopolitiche in Medio Oriente ed i timori per un’interruzione delle forniture da parte dei principali produttori a supportare il mercato.

Tuttavia, l’aumento dell’attività di trivellazione USA rappresenta uno dei pochi fattori a trattenere il prezzo del greggio in un ambiente altrimenti rialzista.

Le compagnie USA hanno aggiunto cinque impianti nella settimana terminata il 20 aprile, portando il totale a 820, secondo quanto ha affermato l’azienda di servizi energetici di General Electric (NYSE:GE) Baker Hughes nel suo seguitissimo report di venerdì.

Si tratta del massimo dal marzo 2015 e contribuisce ad alimentare i timori per l’aumento della produzione USA.

Effettivamente, la produzione statunitense - spinta dall’estrazione di scisto - è schizzata al massimo storico di 10,54 milioni di barili al giorno la scorsa settimana, secondo la Energy Information Administration (EIA). Solo la Russia produce di più, con quasi 11 milioni di barili al giorno.

Analisti e trader di recente hanno messo in guardia dall’impennata della produzione di scisto USA, che potrebbe vanificare gli sforzi dell’OPEC di mettere fine alle scorte in esubero.

L’OPEC e 10 produttori al di fuori del cartello, compresa la Russia, stanno limitando la produzione di circa 1,8 milioni di barili al giorno dall’inizio dello scorso anno, per portare le scorte globali alla media quinquennale. L’accordo dovrebbe scadere alla fine del 2018.

Il cartello si incontrerà a giugno per decidere se l’accordo sui tagli alla produzione debba essere modificato in base alle condizioni del mercato.

Questa settimana l’attenzione degli operatori sarà concentrata sui dati USA sulle scorte di greggio e prodotti raffinati, attesi domani e mercoledì, per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale e quanto velocemente continueranno ad aumentare i livelli di produzione.

Al centro della scena anche i commenti dei principali produttori globali, per capire se intendono prolungare l’attuale accordo sui tagli alla produzione fino al prossimo anno.

Intanto, i future della benzina salgono dello 0,2% a 2,089 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento segna un calo dello 0,3% a 2,117 dollari al gallone.

I future del gas naturale si attestano a 2,765 dollari per milione di BTU.

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