Investing.com - Il dollaro sale contro il paniere delle valute questo giovedì, attestandosi vicino al massimo di un anno, sulla scia dei commenti interventisti del Presidente della Federal Reserve che hanno alimentato le aspettative di altri due aumenti dei tassi da parte della banca centrale USA quest’anno.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,32% a 95,14 alle 04:22 ET (08:22 GMT), non lontano dal massimo di 11 mesi di 95,25 di fine giugno.
La domanda del dollaro continua ad essere incoraggiata dalle parole del Presidente della Fed Jerome Powell che ha fornito una valutazione positiva delle previsioni sull’economia statunitense in occasione delle testimonianze congressuali di ieri e di martedì ed ha minimizzato l’impatto dell’incertezza per la politica commerciale USA sulle prospettive di ulteriori aumenti dei tassi.
Il dollaro sale contro lo yen, con la coppia USD/JPY su dello 0,13% a 113,00, non lontano dal massimo di sei mesi di ieri di 113,13.
Sull’euro pesa il dollaro forte e il cambio EUR/USD scende dello 0,26% a 1,1609.
La sterlina si avvicina al minimo di 10 mesi contro la moneta statunitense, con la coppia GBP/USD giù dello 0,34% a 1,3025.
La valuta britannica è andata sotto pressione ieri in seguito ai dati inaspettatamente deboli sull’inflazione nel Regno Unito, che hanno ridotto le probabilità di un aumento dei tassi ad agosto da parte della Banca d’Inghilterra.
Sulla sterlina pesa anche la nuova ondata di incertezza sulla Brexit, mentre il Primo Ministro Theresa May si ritrova ad affrontare delle critiche da entrambe le fazioni sulla sua strategia di uscita dall’Unione Europea.
La moneta britannica scende anche contro l’euro, con la coppia EUR/GBP su dello 0,1% a 0,8915, non lontano dal massimo di quattro mesi di 0,8931 di ieri.
Nel frattempo, lo yuan cinese scende ad un nuovo minimo di un anno contro il dollaro, nei timori per le tensioni commerciali.
La valuta, che di solito viene controllata a vista da Pechino, è scesa a 6,7985 negli scambi offshore.
Il ribasso ha alimentato le speculazioni che i policymaker cinesi stiano consentendo alla moneta di indebolirsi al fine di controbilanciare l’impatto dei dazi commerciali USA, rendendo le esportazioni più competitive.