Investing.com - L’euro schizza ad un nuovo massimo di sei mesi contro il dollaro questo lunedì, sulla scia dei commenti della Cancelliera tedesca Angela Merkel, spingendo il dollaro ad un nuovo minimo di sei mesi contro il paniere delle valute.
Il cambio EUR/USD sale dello 0,22% a 1,1223 alle 07.15 GMT, il massimo dal 9 novembre.
Il rialzo dell’euro è seguito alle parole della Merkel secondo cui la moneta unica è “troppo debole”.
Durante un intervento a Berlino, la Merkel ha affermato che il surplus commerciale da record della Germania è in parte dovuto alla politica monetaria espansionista della Banca Centrale Europea, che ha fatto scendere l’euro.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende a 96,94 dopo i commenti, il minimo dal 9 novembre.
L’indice era salito al massimo giornaliero in precedenza, approfittando della calma nella politica statunitense con il Presidente Donald Trump in viaggio in Medio Oriente.
Con Trump impegnato nella sua prima visita ufficiale oltreoceano, l’ondata di rivelazioni circa le indagini dell’FBI sulla presunta interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali di novembre si è ridotta.
L’indice ha chiuso la settimana precedente con un crollo del 2,12%, cancellando tutti i guadagni segnati in seguito alle elezioni presidenziali USA di novembre nei timori che il sistema politico statunitense possa essere ostacolato dalla crisi, impedendo ai legislatori di procedere con le riforme fiscali.
Il dollaro sale contro lo yen, con la coppia USD/JPY su dello 0,15% a 111,41, ma i guadagni restano limitati nelle crescenti tensioni geopolitiche con la Corea del Nord.
Anche la sterlina scende contro il dollaro, con il cambio GBP/USD giù dello 0,23% a 1,3003.
La sterlina tocca il minimo intraday di 1,2965 dopo i sondaggi che hanno mostrato che il vantaggio del Partito Conservatore si è ridotto in vista delle elezioni dell’8 giugno.
Gli investitori sperano che il Primo Ministro britannico Theresa May vinca le elezioni a forte maggioranza, il che le consentirebbe di avere il pugno duro nelle trattative per la Brexit e di poter ignorare i legislatori, portando avanti la cosiddetta “hard Brexit”.