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Forex - Euro stabile in attesa della BCE, yen giù dopo la BoJ

Pubblicato 20.07.2017, 09:48
Aggiornato 20.07.2017, 09:48
© Reuters.  Forex - Euro stabile in attesa della BCE, yen giù dopo la BoJ

Investing.com - L’euro è stabile contro il dollaro questo giovedì, gli investitori attendono indicazioni dalla Banca Centrale Europea sul futuro del programma di stimolo mentre lo yen scende in seguito alla decisione della Banca del Giappone di mantenere invariata la politica monetaria.

Il cambio EUR/USD si attesta a 1,1510 alle 03.48 ET (07.48 GMT), non lontano dal massimo di 14 mesi di ieri di 1,1582.

Le speculazioni sono aumentate in vista del vertice dopo che i commenti resi dal Presidente della BCE Mario Draghi sulla ripresa della zona euro durante un discorso a Sintra, in Portogallo, alla fine del mese scorso hanno spinto la moneta unica.

Le sue parole hanno lasciato intendere la possibilità di una riduzione dello stimolo monetario, sebbene Draghi abbia ribadito che qualsiasi modifica del programma di stimolo sarà “graduale” e “cauta”.

La BCE sta cercando di trovare un equilibrio tra la riduzione dello stimolo e il rafforzamento dell’economia, mentre i mercati restano in fermento e l’inflazione è ancora al di sotto dell’obiettivo della banca di poco meno del 2%.

Lo yen scende contro il dollaro, con la coppia USD/JPY su dello 0,18% a 112,14 dopo che la BoJ ha reso noto che i rischi per l’inflazione sono al ribasso, alimentando le aspettative che la banca non riesca a tenere il passo con le altre controparti nell’inasprire la politica monetaria.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,15% a 94,78, non lontano dal minimo di 11 mesi di 94,27 segnato martedì.

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Il dollaro è andato sotto pressione tra le speculazioni che le prospettive deboli sull’inflazione possano pesare sulla possibilità che la Federal Reserve alzi i tassi di interesse ancora una volta quest’anno come avevano indicato i policymaker.

Sul biglietto verde pesa inoltre la prospettiva che le altre banche centrali possano seguire l’esempio dell’inasprimento della politica monetaria della Fed.

Il dollaro si è indebolito anche per via dei tentativi falliti da parte dei Repubblicani di riformare la sanità, segnale che gli altri sforzi legislativi del Presidente Donald Trump, come quelli sulle leggi fiscali e sullo stimolo fiscale, potrebbero incontrare delle difficoltà.

Intanto, il dollaro australiano scende, con la coppia AUD/USD giù dello 0,28% a 0,7929: gli investitori hanno bloccato i profitti dopo che l’aussie ha segnato il massimo di 0,7988 nella notte, incoraggiato dal report positivo sull’occupazione.

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