Investing.com - La sterlina è al minimo dal “flash crash” di ottobre questo lunedì, in attesa del discorso del Primo Ministro britannico Theresa May di domani, nel quale si prevede la presentazione del programma di uscita del Regno Unito dall’UE.
Il cambio GBP/USD è sceso ai minimi di 1,1988, sotto il livello di 1,20 per la prima volta dal “flash crash” di ottobre, e si è attestato a 1,2039,in calo dell’1,09% sulla giornata.
Il 7 ottobre la sterlina è crolla a 1,1841, il livello più basso dal 1985.
La sterlina ha toccato il minimo di due mesi contro l’euro, con il cambio EUR/GBP in salita dello 0,93% a 0,8814.
Gli investitori temono che Theresa May possa presentare un programma con cui il Regno Unito abbandonerà il mercato unico e l’unione doganale per dare priorità ai controlli sull’immigrazione e ad accordi commerciali bilaterali nella cosiddetta “dura Brexit”.
Theresa May ha già dichiarato che entro la fine di marzo attuerà il processo di uscita dall’Unione Europea; tuttavia, non ha fornito ancora dettagli, causando il malcontento di investitori, imprese e legislatori.
La sterlina si era già indebolita la scorsa settimana dopo che la May ha dichiarato che il Regno Unito non manterrà “pezzi” di appartenenza all’UE dopo la Brexit.
Intanto il dollaro scende ai minimi da inizio dicembre contro lo yen, tradizionale valuta rifugio, in attesa dell’insediamento del Presidente eletto Donald Trump.
Il cambio USD/JPY ha toccato i minimi di 113,63, il minimo dall’8 dicembre e successivamente si è attestato a 114,04, in calo dello 0,45% sulla giornata.
Il sentimento dei mercati resta quindi dominato dall’incertezza sull’amministrazione Trump e le riforme sul sistema fiscale, la deregulation e l’aumento della spesa pubblica; pesa inoltre il crollo della sterlina.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,43% a 101,61, spinto dalla debolezza dell’euro.
Il cambio EUR/USD è in calo dello 0,43% a 1,0596. I volumi odierni resteranno contenuti per via della chiusura festiva dei mercati USA per il Martin Luther King Day.