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Il dollaro resta debole nonostante i dati USA positivi

Pubblicato 17.11.2017, 14:37
Aggiornato 17.11.2017, 14:37
© Reuters.  Il dollaro resta debole nonostante i dati USA positivi

Investing.com - Il dollaro resta in calo contro le altre principali valute questo venerdì, i timori per le indagini sulla campagna presidenziale di Donald Trump continuano a pesare sul biglietto verde nonostante la pubblicazione dei dati positivi sul settore immobiliare statunitense.

Secondo il Census Bureau USA, le concessioni edilizie e le nuove costruzioni sono aumentate molto più del previsto il mese scorso.

Tuttavia, il sentimento sul dollaro resta vulnerabile sulla scia della notizia che i documenti della campagna elettorale del Presidente USA Donald Trump sarebbero stati richiesti nell’ambito dell’indagine in corso relativa alla possibile interferenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016.

Secondo quanto riportato ieri dal Wall Street Journal, il consulente speciale Robert Mueller avrebbe emesso un mandato di comparizione per più di una decina di funzionari.

Robert Mueller al momento è a capo di un’indagine sui tentativi del governo russo di intromettersi nelle elezioni del 2016 e sulla potenziale collusione con la campagna presidenziale di Donald Trump.

Intanto, la Camera dei Rappresentanti USA ieri ha approvato un pacchetto di tagli alle tasse che ora verrà discusso dal Senato.

Gli investitori restano cauti tuttavia, dal momento che la maggioranza dei Repubblicani è minore al Senato e non si prevede alcun intervento decisivo fino a dopo il Giorno del Ringraziamento, la prossima settimana.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,10% a 93,75 alle 08:35 ET (12:35 GMT), non lontano dal minimo di tre settimane di mercoledì di 93,31.

Il cambio EUR/USD è stabile a 1,1778 mentre la coppia GBP/USD è pressoché invariata a 1,3187.

In un discorso questa mattina, il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha affermato che la banca centrale deve essere “paziente” con la normalizzazione della politica monetaria.

Draghi ha inoltre dichiarato che il programma di acquisti di bond della BCE potrebbe continuare oltre il settembre 2018 “se necessario, e in ogni caso fino a quando non vedremo un aggiustamento significativo dell’andamento dell’inflazione”.

I commenti sono stati resi dopo i dati ufficiali di ieri che hanno mostrato che i prezzi al consumo della zona euro sono saliti al tasso annuo dell’1,4% ad ottobre, in calo dall’1,5% di settembre e meno dell’obiettivo del 2% della BCE.

Il cambio USD/JPY va giù dello 0,34% a 112,66, mentre la coppia USD/CHF scende dello 0,15% a 0,9923.

Il dollaro australiano e quello neozelandese scendono, con la coppia AUD/USD giù dello 0,59% a 0,7543 ed il cambio NZD/USD che scende dello 0,86% a 0,6789.

Intanto, il cambio USD/CAD è in salita dello 0,16% a 1,2777 dopo che Statistics Canada ha reso noto che i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,1% ad ottobre, in linea con le previsioni.

Su base annua, i prezzi al consumo sono saliti dell’1,4%, come previsto.

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