MILANO (Reuters) - A partire dal prossimo anno, con l'inserimento del canone della Rai nella bollette elettrica e ipotizzando un tasso di evasione intorno al 5% rispetto al 30,5% attuale, la televisione pubblica italiana potrebbe fatturare oltre 2,8 miliardi di euro (2,45 miliardi nel 2014), salendo così al primo posto in Italia per ricavi e avvicinandosi a livello europeo a France televisions.
E' quanto emerge dal Focus del centro Ricerche e Studi "sul settore tv 2010-2015" di Mediobanca (MI:MDBI) che analizza i maggiori operatori del settore televisivo italiano.
La Rai ha il canone più basso fra i maggiori Paesi europei (113,5 euro nel 2014), contro i 133 in Francia, i 175,3 nel Regno Unito e i 215,8 in Germania, mentre è stato abolito in Spagna, ma vanta il primato come tasso di evasione stimato al 30,5% nel 2014, mentre è di circa il 5% nel Regno Unito e praticamente assente in Francia e Germania (1%). In Italia, quindi, quasi una famiglia su tre non paga il canone: si passa dal 18% in Alto Adige al 40% nelle Isole. Le province più virtuose sono Ferrara (17%) e Rovigo (18%), quelle che segnano il più alto tasso di evasione Crotone (56%) e Napoli (55%), ma anche Milano non è da meno con un 42% di evasione. Complessivamente la valorizzazione dell'evasione del canone è stimata in 600 milioni di mancato introito per la Rai.
L'ultima legge di Stabilità, proprio con l'obiettivo di abbattere l'evasione, prevede il pagamento del canone tramite la bolletta elettrica, con una quota fissa di 100 euro per ogni persona residente. Alla luce di questo cambiamento - unico caso in Europa a prevedere il pagamento del canone in bolletta - lo studio di Mediobanca ipotizza un recupero dell'evasione in riduzione fino al 5%; di conseguenza il gruppo Rai potrebbe fatturare circa 2,8 miliardi, aumentando la quota da canone di 420 milioni circa e portando la percentuale di ricavi da canone dal 64% attuale, pari a 1,569 miliardi, al 70%.
A fine 2014 il maggiore operatore televisivo per ricavi è stata Mediaset (MI:MS) (3,374 miliardi), ma se si esclude la quota realizzata in Spagna (un miliardo), il primo operatore a livello nazionale sarebbe Sky Italia (2,690 miliardi), seguita da Rai. L'incremento della componente canone consentirebbe, pertanto, alla Tv pubblica di fare il salto e arrivare al primo posto.
Ovviamente se dovesse aumentare la componente del canone sul totale ricavi, potrebbe ridursi anche la parte della pubblicità che, oggi - si legge nello studio - compensa il canone basso, mentre manca nella BBC e nella Rtve (Spagna) ed è limitata per quantità e fasce orarie in Francia e Germania.
(Giancarlo Navach)