ROMA (Reuters) - Sono 144 i tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo al 30 giugno 2018, e riguardano il futuro di quasi 190.000 lavoratori. Di queste aziende, 31 hanno cessato in tutto o in parte le loro attività in Italia per delocalizzare all'estero.
I dati sono stati evidenziati in aula a Montecitorio dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, nel corso della sua informativa urgente sui tavoli di crisi.
"Allo stato attuale i tavoli di crisi aperti al 30 giugno 2018 sono ben 144 e vedono coinvolti 189.000 lavoratori. 189.000 famiglie che vedono la loro serenità economica e il loro futuro a rischio", ha detto Di Maio.
Il ministro ha sottolineato che "sono ben 31 le aziende che in parte o totalmente sono state interessate da processi o decisioni di cessazione delle loro attività in Italia e conseguente delocalizzazione in altri Paesi comunitari o extra Ue".
Il decreto legge Dignità che attende di essere convertito dal Parlamento contiene delle misure contro le imprese che delocalizzano all'estero.
Ai settori tradizionalmente interessati dalle crisi, "quali siderurgia, eldom [elettrodomestici] e automotive", Di Maio ha aggiunto quelli della logistica e dei rider.
Per quanto riguarda le procedure di amministrazione straordinaria, la legge Prodi coinvolge circa 320 società mentre la legge Marzano riguarda circa 229 società, per 6 di esse è ancora in corso la fase dell'esercizio d'impresa come nei casi Ilva e Alitalia.
In particolare su Tim, Il ministro ha ricordato che a giugno si è chiuso un accordo "evitando la cassa integrazione a circa 30 mila lavoratori" e che il governo "su tale vicenda continuerà ad esserci massima attenzione".
"Il Mise infatti seguirà gli sviluppi dell'attuazione del nuovo piano industriale dell'azienda".