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Italia, 2018 inizia con calo produzione, verso assestamento trend positivo

Pubblicato 19.03.2018, 15:01
Aggiornato 19.03.2018, 15:01
© Reuters. Un lavoratore dell'Ilva a Genova, durante una manifestazione

di Elvira Pollina e Valentina Consiglio

MILANO/ROMA (Reuters) - Il 2018 dell'industria italiana è iniziato con un brusco calo della produzione, in buona parte attribuibile, come nel resto della zona euro, alla marcata contrazione dell'energia, per effetto di temperature più miti della media a gennaio.

Se il trend di fondo, a detta degli economisti, resta positivo, l'anno si presenta denso d'incognite, di natura sia interna che internazionale.

Le elezioni per il rinnovo del Parlamento non hanno infatti conferito a nessun partito o coalizione i numeri necessari per formare un governo, facendo inoltre emergere una crescita superiore alla previsioni per le forze anti-establishment, il cui ruolo sarà dunque determinante in questa fase.

Sul fronte esterno, il rischio principale è legato all'inversione di rotta della politica commerciale degli Stati Uniti, che potrebbe innescare un'escalation protezionistica a livello mondiale, con impatti negativi sul commercio internazionale e l'export.

Venendo ai numeri resi noti stamane da Istat, la produzione industriale italiana a gennaio ha segnato una contrazione mensile di 1,9% a fronte di attese per una flessione di 0,7%.

A rendere il calo più marcato è stata anche la revisione al rialzo dei dati di novembre e di dicembre, rispettivamente a +0,9% e +2,1% da +0,2% e +1,6% della precedente lettura. Altra fonte di distorsione è la revisione della base di riferimento al 2015 da 2010 delle serie precedenti.

Il comparto dell'energia ha segnato una flessione mensile di 7% dopo -1,1% di dicembre, risultando il peggiore dei raggruppamenti, seguito dai beni strumentali (-1,6%), beni intermedi (-1,0%) mentre i beni di consumo segnano una variazione nulla.

Nella media del trimestre novembre-gennaio, la produzione è riuscita comunque a segnare un incremento di 1% rispetto ai tre mesi precedenti, cosa che potrebbe suggerire come il calo di gennaio sia da imputare a fattori largamente temporanei.

Su base annua, a gennaio la produzione ha segnato un incremento di 4% da +5,4% di dicembre.

Secondo Nicola Nobile, economista di Oxford Economics, in effetti, il dato odierno non è un da interpretare come un campanello d'allarme.

Dello stesso avviso Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo (MI:ISP), secondo cui sulla base dei dati recenti sulla fiducia delle imprese manifatturiere e su ordini e fatturato, la produzione può tornare ad espandersi già dal mese di febbraio.

Secondo Mameli, nonostante l'inizio d'anno negativo, il settore industriale è in grado di continuare a fornire un apporto positivo alla crescita economica italiana nel primo trimestre, che dovrebbe accelerare a +0,4% da +0,3% dell'ultima frazione del 2017.

D'altra parte, sottolinea Nobile, "l'impressione è che il ciclo dell'industria italiana abbia raggiunto il picco alla fine del 2017 e nei prossimi trimestri si osserverà un po' di assestamento".

L'esito delle elezioni, in particolare, potrebbe pesare negativamente sugli investimenti, tipicamente la componente più sensibile alle fasi d'incertezza politica.

Dal lato del Pil, cui la produzione industriale contribuisce per circa un quinto, Nobile si aspetta un'espansione di 0,4%-0,5% nel primo trimestre, "con qualche rischio verso il basso" dopo il dato odierno.

© Reuters. Un lavoratore dell'Ilva a Genova, durante una manifestazione

Per quanto riguarda la previsione di crescita del Pil 2018, l'economista di Oxford Economics conferma per il momento una stima di crescita di 1,5%, in linea a quella segnata l'anno scorso e alle ultime previsioni ufficiali. Più cauto Mameli, che conferma un target di crescita del Pil di 1,3% quest'anno.

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