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Italia, produzione rimbalza a maggio, ma rischio trim2 fermo

Pubblicato 10.07.2018, 15:02
Aggiornato 10.07.2018, 15:02
Italia, produzione rimbalza a maggio, ma rischio trim2 fermo

di Elvira Pollina e Valentina Consiglio

MILANO (Reuters) - La produzione industriale ha messo a segno un rimbalzo a maggio dopo la battuta di arresto di aprile ma il trend di fondo, a detta degli analisti, resta quello di un affievolimento della crescita, legato al rallentamento della domanda mondiale cui contribuisce la disputa commerciale scatenata dalle misure protezioniste introdotte dagli Stati Uniti.

Secondo i dati diffusi stamane da Istat, la produzione ha registrato un'espansione di 0,7% su mese, risalendo dopo la contrazione di 1,3% segnata in aprile (dato rivisto da -1,2%). La mediana delle attese degli economisti interpellati da Reuters in un sondaggio suggeriva un'espansione di 0,8%.

Su base annua, la produzione ha mostrato una crescita di 2,1% da 1,9% di aprile, ma le attese erano per un'accelerazione a 2,7%.

Nelle stime di Loredana Federico, economista di UniCredit (MI:CRDI), per osservare un'espansione della produzione nel secondo trimestre a giugno servirebbe una crescita congiunturale superiore di 0,5%.

"I numeri di oggi tutto sommato sono positivi e mostrano comunque una tenuta, ma la revisione al ribasso di aprile non aiuta: a questo punto c'è il rischio che la produzione possa al meglio stabilizzarsi, se non contrarsi leggermente, nel secondo trimestre", prosegue l'economista.

Le indagini congiunturali di giugno hanno mostrato un'accelerazione della crescita dell'attività del manifatturiero dopo cinque mesi consecutivi di calo ma nello stesso mese le imprese del settore e hanno evidenziato un calo dell'indice di fiducia.

"Prevediamo che a giugno l'attività industriale possa continuare a crescere, anche se in decelerazione (0.5%), per poi ridursi della stessa entità a luglio e rimanere pressoché stabile ad agosto", si legge in una nota di Prometeia.

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"Date le nostre previsioni, il secondo trimestre dell'anno rimarrebbe, così come il primo, in contrazione (-0.1%), pur ancora in crescita (+2%) rispetto al corrispondente trimestre dell’anno scorso", prosegue la nota del centro studi bolognese.

Tornando ai dati odierni, lo spaccato mostra una crescita congiunturale diffusa in tutti i raggruppamenti, guidata dall'energia (+1,2%), ma in cui spiccano anche i beni strumenti (+0,4%) e i beni intermedi (+0,9%), di buon auspicio per la tenuta degli investimenti.

Al momento gli economisti imputano la fase di rallentamento della produzione, peraltro diffusa a livello di zona euro, essenzialmente a fattori esterni.

Da qui in avanti, bisognerà capire se le imprese si faranno condizionare dall'incertezza riguardante le politiche economiche del governo Lega-M5S, insediatosi all'inizio di giugno.

Il programma include misure che prevedono un incremento consistente della spesa pubblica e del deficit e ha riportato l'Italia sotto la lente dei mercati finanziari.

Il rallentamento della domanda mondiale e i rischi derivanti delle misure di politica interna hanno portato i diversi previsori privati a rivedere al ribasso le proprie stime di crescita sul Pil italiano.

La stessa UniCredit ha tagliato a 1,3% da 1,5% la propria previsione, così come recentemente comunicato da Standard & Poor's.

L'ultima stima ufficiale indica per l'anno in corso un'espansione dell'economia italiana di 1,5%, identico a quello messo a segno l'anno scorso, ma il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha avvertito che si stanno palesando rischi di revisione al ribasso.

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