Investing.com - Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono inaspettatamente scese a febbraio, pesando sull’ottimismo per lo stato di salute del settore immobiliare, secondo i dati rilasciati questo mercoledì dall’Associazione degli Immobiliaristi statunitensi (NAR).
I dati hanno rivelato che le vendite sono scese del 3,7% a febbraio ad un dato destagionalizzato di 5,48 milioni di unità dai 5,69 milioni del mese prima.
Era stato previsto un calo del 2,0% dalla lettura di gennaio a 5,57 milioni di unità.
I dati aiutano a valutare la forza del mercato immobiliare statunitense e sono considerati un indicatore importante della forza economica in generale.
“Dopo aver iniziato l’anno al tasso più veloce di quasi un decennio, le vendite di case esistenti a febbraio sono scese ma restano al di sopra dei livelli dello scorso anno sia a livello nazionale che nelle principali regioni”, si legge nel report della NAR.
Nonostante il calo del mese scorso, le vendite a febbraio risultano comunque il 5,4% in più rispetto allo scorso anno, spiegano gli esperti.
“Gli immobiliaristi stanno registrando un traffico maggiore rispetto allo scorso anno, ma la disponibilità bassa nel range di prezzo più adeguato continua far salire i prezzi pesando sul budget degli eventuali compratori", afferma Lawrence Yun, capo economista della NAR.
“Le nuove proprietà vengono accaparrate velocemente quest’anno, lasciando poca scelta agli acquirenti che cercano di avvicinarsi al mercato”, spiega.
Subito dopo il report, il cambio EUR/USD si attesta a 1,0803 da circa 1,0794 segnato prima dei dati, la coppia GBP/USD sale a 1,2439 da 1,2436, mentre la coppia USD/JPY è scambiata a 111,00 da 111,10 segnato in precedenza.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 99.53 da 99.59 segnato prima dei dati.
I mercati statunitensi sono misti dopo l’apertura. L’indice Dow Jones Industrial Average scende di 65 punti, o dello 0,31%, l’indice S&P 500 è in calo dello 0,17%, mentre l’indice Nasdaq Composite sale di 4 punti, o dello 0,06%.
Sul mercato delle materie prime, i future dell’oro sono scambiati a 1.249,05 dollari l’oncia troy, rispetto ai 1.247,65 dollari segnati prima dei dati, mentre il greggio si attesta a 47,63 dollari al barile dai 47,66 dollari precedenti.