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Banche Italia, Fmi: progressi su Mps, UniCredit e popolari, si prosegua su sofferenze

Pubblicato 19.04.2017, 15:12
Aggiornato 19.04.2017, 15:20
© Reuters.  Banche Italia, Fmi: progressi su Mps, UniCredit e popolari, si prosegua su sofferenze

MILANO (Reuters) - Arrivano dal Fondo monetario internazionale al sistema bancario italiano nuove raccomandazioni ma anche il riconoscimento dei progressi ottenuti in un periodo particolarmente delicato.

Nel rapporto semestrale 'Global Financial Stability' si citano in tema di progressi la richiesta di ricapitalizzazione precauzionale di Mps (MI:BMPS), l'aumento di capitale di UniCredit (MI:CRDI), la riforma delle popolari con la fusione che ha dato vita al Banco Bpm (MI:PMII) e il proseguimento della riforma delle banche cooperative.

Quello che serve ora alle banche italiane sono "nuove misure" che consentano di proseguire nel ripulimento dei bilanci dalle sofferenze, scrive il Fondo nei suggerimenti contenuti nel documento dedicato alla sostenibilità del sistema finanziario globale.

Per l'Italia -- citata insieme a Francia, Germania, Portogallo e Spagna -- si fa riferimento a un maggior ricorso alla formula del concordato stragiudiziale per la ristrutturazione del debito, a un rafforzamento della supervisione che faciliti il decumulo delle sofferenze e a un processo sistematico di 'asset quality review' sugli istituti che non stanno sotto la lente Bce.

Tra i suggerimenti anche un piuttosto generico "utilizzo efficace del meccanismo per la soluzione delle banche fallite" in modo che i costi del salvataggio degli istituti più deboli non ricadano sul sistema con problemi per la sua stabilità.

Secondo il Fondo continua comunque ad appesantire il sistema il livello ancora molto elevato delle sofferenze, la cui discesa rispetto ai livelli record resta "relativamente modesta".

Le statistiche cui si fa riferimento sono aggiornate al terzo trimestre 2016 e mostrano per l'Italia sofferenze lorde in calo di 0,1% dai massimi a 12,2% sul totale dei crediti, mentre a livello netto la percentuale è di 6,2%.

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Se svalutazioni e nuove sofferenze procedessero al ritmo attuale, scrive il Fondo, occorrerebbero sei anni perché la zona euro nel suo insieme risolvesse il problema dei crediti deteriorati.

Guardando alle ultime transazioni, la cessione delle sofferenze potrebbe accelerare "soprattutto in Italia".

Altro punto debole del sistema bancario, quasi sempre citato insieme a quello portoghese ma in questo caso anche a quello spagnolo, il numero ancora troppo elevato delle filiali o dell'organico rispetto agli asset.

Piace invece all'istituzione di Washington la decisione prudenziale da parte del governo di stanziare fondi fino a 20 miliardi di euro per affrontare le situazioni più critiche del sistema creditizio.

Nel Def licenziato la settimana scorsa, che indica per quest'anno un rapporto debito/Pil pari a 132,5%, il governo ha ipotizzato un utilizzo di circa la metà delle risorse a disposizione degli istituti da ricapitalizzare.

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