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Banco Bpm, fonti: corsa a cinque per Npl, interesse anche per piattaforma

Pubblicato 18.06.2018, 17:48
Aggiornato 18.06.2018, 17:50
© Reuters. A woman walks in front of the Banca Popolare di Milano (BPM) bank in downtown Milan

MILANO (Reuters) - La cessione di almeno 3,5 miliardi di sofferenze da parte di Banco Bpm (MI:PMII) sta registrando l'interesse di diversi soggetti che puntano anche alla piattaforma di gestione crediti della banca, sintomo che il settore degli Npl non cessa di catalizzare potenziali investitori.

Secondo due fonti vicine alla situazione, infatti, il processo vede in corsa doBank (MI:DOB), Credito Fondiario, Prelios (controllato da Davidson Kempner Capital Management), Guber (partecipata da Varde Partners), nonché un consorzio composto da Christofferson Robb & Co, la spac di Corrado Passera Spaxs (MI:SPAX) e Fire.

Una delle fonti parla di processo "molto competitivo" e un'altra di "una manciata di soggetti molto motivati".

Due fonti vicine alla situazione aggiungono che Intrum Justitia avrebbe avuto un forte interesse per l'asset, ma il timing dell'operazione rendeva difficile per il gruppo svedese -- impegnato nel closing del deal con Intesa Sanpaolo (MI:ISP) -- mettere altra carne sul fuoco.

Mentre si avvia a chiudere entro giugno la cessione, attraverso uan cartolarizzazione di 5,1 miliardi di euro di sofferenze, Banco Bpm ha avviato la cessione di altri 3,5 miliardi di euro che consentirà di raggiungere in anticipo l'obiettivo di dismissione di Npl per 13 miliardi.

L'AD dell'istituto, Giuseppe Castagna, ha detto che entro l'estate potrà avere un quadro più chiaro se vendere o meno la piattaforma e superare gli obiettivi di dismissione prefissati.

I 3,5 miliardi rientrano infatti in un totale di 8,5 miliardi che la banca ha svalutato a valori di cessione nell'ambito della prima applicazione del principio contabile IFRS9.

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La plusvalenza sulla piattaforma consentirebbe di assorbire l'impatto di una vendita di maggiori dimensioni mantenendo un CET1 di almeno il 12%.

Banco Bpm aveva un Npe ratio lordo di 20,5% a fine marzo e un obiettivo dell'11,5% al 2020 grazie ai 13 miliardi di cessioni e recuperi interni. Complici fortissime pressioni regolamentari, tuttavia, l'asticella del mercato si è progressivamente alzata e UniCredit (MI:CRDI) and Intesa (post Intrum) sono gia' scese al 9,5%.

Gli analisti di Equita e Deutsche Bank (DE:DBKGn) ritengono, rispettivamente, che la cessione della piattaforma possa consentire a Banco Bpm di eliminare ulteriori 5 e 3,5 miliardi di sofferenze in più rispetto al piano, spingendo l'Npe sotto il 10%.

Il deal Intrum-Intesa, secondo diversi adviser e operatori di settore, ha aperto una strada che, come testimonia Banco Bpm, verrà presumibilmente seguita da altri.

Un adviser industriale sottolinea che, a parte l'istituto guidato da Castagna, "le banche che hanno piattaforme con una size interessante sono Bper (MI:EMII), Ubi (MI:UBI) e Bnl". Del resto, alla luce della valutazione ottenuta da Intesa, "non vendere questi asset solleva domande degli azionisti di minoranza: è un business in run-off, gestito da gruppi di persone che fondamentalmente non ha senso tenere, il momento di mercato è favorevole... perché non vendere?", si chiede retoricamente l'adviser.

Nella cessione di npl e piattaforma Banco Bpm è affiancato dagli adviser Deutsche Bank e Kpmg.

I soggetti citati non hanno voluto commentare o non è stato possibile avere un commento.

(Valentina Za, Massimo Gaia)

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