MILANO (Reuters) - Chiusura negativa per il mercato obbligazionario italiano, che sottoperforma il comparto della zona euro, sia 'core' che 'periferico', con gli operatori attratti dalle prese di profitto in vista della chiusura dell'anno, mentre si avvicina l'appuntamento elettorale previsto intorno ai primi di marzo.
** Quest'ultimo è destinato ad assumere un peso inevitabilmente crescente per il mercato. Il rischio concreto, stando ai sondaggi, è che nessuna coalizione o partito abbia i numeri per governare.
** Ha pesato sulla carta italiana anche l'odierna operazione di concambio, tramite cui il Tesoro ha collocato 2 miliardi di euro, il massimo dell'importo offerto, del Btp agosto 2039, ritirando cinque titoli in scadenza nel 2018 e nel 2019 [.
** Intorno alle 17,20 il tasso del decennale italiano di riferimento sale a 1,813%, massimo da fine novembre, da 1,796% del finale di seduta di ieri.
** Lo spread di rendimento con l'analoga scadenza del Bund ha chiuso a 152 punti base, massimo dal 30 ottobre, da 148 punti base di ieri sera.
** Venerdì scorso il rendimento del decennale italiano e lo spread su Bund avevano terminato la seduta a 1,64% e 134 pb, sui minimi da oltre un anno.
BRILLANO PORTOGALLO E GRECIA, SPAGNA IN TENUTA
** I Btp sottoperformano anche la carta periferica: il rendimento del decennale portoghese è sceso brevemente al di sotto del corrispettivo italiano per la prima volta dall'inizio del 2010, in vista dell'imminente pronunciamento di Fitch sul rating sovrano, attualmente 'BB+' con outlook positivo.
** Un'eventuale revisione al rialzo del giudizio riporterebbe Lisbona a un livello 'investment grade', fornendo un ulteriore riconoscimento dei risultati nel risanamento delle finanze pubbliche dopo la fine del programma di bailout.
** E' sceso sotto il 4% per la prima volta dal 2006 il decennale greco, a segnalare la crescente fiducia degli investitori che Atene possa effettivamente uscire l'anno prossimo dall'assistenza finanziaria internazionale.
** Poco mossa la carta spagnola, con il tasso del decennale sostanzialmente stabile in area 1,46%, in attesa dall'appuntamento cruciale delle elezioni catalane giovedì 21 dicembre.