Investing.com - Continua il momento negativo per Facebook (NASDAQ:FB) in questa quarta seduta di Wall Street successiva allo scoppio dello scandalo per l’utilizzo dei dati degli utenti del social network da parte di Cambridge Analytica.
Nonostante la chiusura positiva della seduta di ieri (+0,74%), il titolo Facebook, che fa parte del Nasdaq di New York, ha aperto in calo intorno al 2% dopo che già nel pre-market di questa mattina ha ceduto il 2,82% con le azioni stabilmente sotto i 170 dollari.
Ieri il fondatore del famoso social network Mark Zuckerberg ha rotto il silenzio fin qui mantenuto facendo “mea culpa” nel corso di un’itervista alla Cnn nel corso del quale ha ammesso di essere “il responsabile di tutto ciò che accade sulla piattaforma”. Zuckerberg ha poi aggiunto di aver sbagliato a fidarsi di Cambridge Analytica, difinendolo l’errore “probabilmente più grande di sempre”.
Zuckerberg ha poi dichiarato che “i social media dovrebbero essere regolamentati” per poi dirsi disponibile a testimoniare al Congresso Usa. Successivamente, ha lanciato un allarme sulle prossime elezioni, prevedendo che qualcuno “tenterà di interferire”.
Nel frattempo, nuove grane arrivano dalla Gran Bretagna, dove gli inserzionisti hanno minacciato di abbandonare Facebook, secondo quanto riferito dalla Bbc. Il proprietario di Saatchi ha poi confermato questa possibilità, affermando che “non si tratta di un bluff”.
Ipotesi confermata anche dal responsabile marketing di Unilever (LON:ULVR), Keith Weed, secondo la quale l’azienda non può “avere un ambiente nel quale i clienti non si fidano di quello che trovano online”.
La guerra a Facebook potrebbe non fermarsi qui, con la “rivolta digitale” che sta correndo su Twitter con l’hashtag #deletefacebook lanciato dal co-fondatore di WhatsApp, Brian Actonn che ha affermato “it is time”, lanciando l’invito a cancellarsi dal social in blu.
Altra sfida arriva dall’imprenditore e blogger statunitense ha lanciato pubblicamente la sfida offrendo 100 mila dollari a chi riuscirà a creare un nuovo social che non utilizzi i dati personali degli utenti e rispetti la privacy.