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Ilva, Calenda: governo vuole negoziato con Arcelor, ma non a tutti i costi

Pubblicato 18.10.2017, 18:16
Aggiornato 18.10.2017, 18:16
© Reuters. Operai dell'Ilva

ROMA (Reuters) - Il governo è impegnato a far ripartire il tavolo del negoziato sul futuro di Ilva con la cordata guidata da ArcelorMittal , ma non a tutti i costi.

Lo ha detto oggi il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda dopo che, una decina di giorni fa, aveva interrotto il tavolo con la cordata guidata dal gigante della siderurgia bocciando le condizioni retributive e contrattuali proposte ai lavoratori.

Domani, intanto, sull'acquisto di Ilva da parte del consorzio Am InvestCo (di cui fanno parte anche il Gruppo Marcegagaglia e Intesa Sanpaolo (MI:ISP))si pronuncerà l'antitrust Ue.

"Il governo vuole mantenere il filo negoziale ma non a tutti i costi, affinché il tavolo si riapra nel modo giusto", ha detto Calenda rispondendo durante il question time alla Camera.

"Vogliamo mantenere il negoziato con una cordata che è pronta a investire 4 miliardi di euro... e garantisce il maggior numero di assunzioni al miglior livello salariale, ma continuare a richiamarla al rispetto dei propri obblighi", ha aggiunto il ministro, ricordando che le garanzie richieste dal governo sono "obblighi imprescindibili".

I sindacati, contrari al taglio dal 2018 di oltre 4.000 dipendenti - su circa 14.200 - proposto da ArcelorMittal e soci, hanno protestato nei giorni scorsi contro l'annunciata decisione degli acquirenti di cancellare l'anzianità di servizio del personale riassunto, col rischio di pesanti decurtazioni salariali. I tagli riguardano in gran parte la sede di Taranto.Gli esuberi resterebbero in carico alla "vecchia" Ilva, quellagestita dai commissari dell'amministrazione straordinaria,almeno fino al 2023, per attuare piano ambientale e bonifiche.Ma i sindacati e gli enti locali sono preoccupati per il lorodestino dopo quella data.

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L'accordo con i sindacati è una condizione essenziale per l'affitto prima e per la vendita poi degli impianti di Ilva al consorzio.

Oggi Calenda ha anche escluso l'ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nella nuova proprietà (come chiesto da partiti di sinistra e sindacati), spiegando che "Cdp era nell'offerta che ha perso e che proponeva più licenziamenti e stipendi più bassi". E ha detto no anche all'intervento ulteriore dello Stato, "perché gli aiuti di Stato nell'acciaio sono vietati dalla Ue".

Intanto, sulla trattativa per Ilva, inciderà la decisione che assumerà domani la Commissione Europea sull'acquisizione da parte di Am InvestCo.

L'antitrust di Bruxelles potrebbe infatti anche decidere di aprire un'ulteriore indagine, prolungando la decisione di quattro mesi. In quel caso, ad occuparsi del negoziato con la cordata di ArcelorMittal potrebbe essere il governo che uscirà dalle prossime elezioni.

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