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INTERVISTA - Mps, sindaco Siena a Padoan: Stato resti azionista, anche Borghi d'accordo

Pubblicato 14.02.2018, 12:41
Aggiornato 14.02.2018, 12:50
© Reuters. Mps, sindaco Siena a Padoan: Stato resti azionista, anche Borghi d'accordo

di Stefano Bernabei

SIENA (Reuters) - Il sindaco di Siena del Pd ha un alleato inatteso nel chiedere al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, socio di controllo del Monte Paschi, che lo Stato resti azionista della banca.

"Claudio Borghi, che è il candidato leghista del centrodestra ha detto pubblicamente che su questo è d’accordo con me e mi ha chiesto un incontro", ha detto a Reuters Bruno Valentini.

Padoan corre a Siena per il Pd come candidato all'uninominale per la Camera. La sua campagna elettorale nel senese è appena iniziata e venerdì scorso ha incontrato gli iscritti in un circolo Arci alla periferia Nord del capoluogo, lontano da Piazza del Campo e da Rocca Salimbeni, simboli del potere che un tempo decideva le sorti della città con le leve della banca.

"Lo Stato deve restare nel capitale del Monte, con una quota di minoranza. Anche perché una società quotata la influenzi con il 15%. Padoan non mi ha risposto su questo", dice il sindaco seduto alla sua scrivania di Palazzo Pubblico.

Il sindaco dice di vedere il Monte come aggregatore di altre banche, nonostante l'ultimo bilancio abbia evidenziato ancora molte fragilità. "E' ancora possibile".

Lo Stato oggi comanda nel Monte dei Paschi dopo una ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi. Ora possiede poco meno del 70% del capitale, che terrà fino al completamento del risanamento, per qualche anno, dice il ministro. La Fondazione Mps (MI:BMPS), che un tempo controllava la banca e garantiva il legame proprietario con la città, oggi ha lo 0,1%.

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La banca, che ha chiuso il 2017 con 3,5 miliardi di perdita, è il principale datore di lavoro di Siena e dell'intera provincia, forse della Regione.

TRA CANDIDATI PARACADUTATI E' IL MIGLIORE

"Noi dobbiamo tutto a Padoan, per il salvataggio della banca e per il fatto che la banca è rimasta autonoma", dice Stefano Scaramelli, renziano, consigliere regionale Pd che sta organizzando la campagna senese del ministro. Avere Padoan in campo, dice, "è una fortuna" e ricorda che il Monte dà lavoro a 3.000 persone nel territorio ed è la prima azienda della Toscana.

"Questo territorio ha bisogno di relazioni forti con il governo", aggiunge.

Valentini invece è in scadenza. Sta combattendo una difficile battaglia interna al partito per poter correre di nuovo, tra maggio e giugno, per la carica di primo cittadino. Lui su Padoan candidato non usa proprio le stesse parole del suo collega di partito.

"Noi Padoan non l'avremmo scelto, avessimo fatto un referendum non l'avremmo scelto. Ma tra tutti i candidati paracadutati che potevano venire qui, è il migliore. Noi avremmo scelto uno di Siena", dice Valentini.

Per il sindaco, il ministro-azionista-candidato comunque può prendere il 40%, "è una polizza assicurativa sul futuro".

Ricorda Guido Antolini, vicepresidente dei piccoli azionisti di Azione Mps: "Il dipendente azionista ha perso in media 10-50.000 euro, sono almeno 20.000 persone. Poi certo, hanno salvato il lavoro".

C'è quindi anche chi non crede a una facile vittoria di Padoan.

"Farà flop, ci sarà una forte astensione. C'è la rivoluzione in provincia, tra Siena e Grosseto hanno chiuso una ventina di filiali del Monte", dice Gabriele Corradi, che è stato dirigente della banca.

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In giro per Siena non si vedono ancora i cartelloni con i candidati. Il voto, tra meno di tre settimane, sembra lontano. La presenza del ministro a Siena, venerdì, è stata notata solo dai suoi. "Padoan si sta muovendo qui molto in punta di piedi, perché lui è così. Non lo vedrà mai fare l'aperitivo in piazza del Campo", dice Valentini.

Lui, nel salone seminterrato del circolo Arci di Fontebecci - per trovarlo chieda del Dream Cafè, consigliano i senesi - è stato piuttosto silenzioso e ha preso appunti, ascoltando le istanze del territorio.

"La direzione resti nel territorio, che può ancora dare valore aggiunto. Chiediamo attenzione al tema dell'occupazione", dice nel suo intervento Alessandro Masi, ex sindaco di Sovicille (uno dei Comuni del senese) e segretario comunale del PD. Chiede attenzione per un territorio isolato, pone la questione dell'Alta Velocità, del collegamento con l'aeroporto.

Negli anni d'oro, quelli del groviglio armonioso - come fu definito il legame tra banca, città e Fondazione - dai dividendi del Monte arrivarono negli ultimi 15 anni circa 2 miliardi di euro su Siena. Non sono bastati e ora tocca allo Stato.

"Non si poteva fare diversamente, forse. Ma ora la banca non è più di Siena", dice un ex dirigente della Fondazione.

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