Investing.com – Il basso prezzo del petrolio sta condizionando le borse di tutto il mondo e non fa eccezione il Ftse Mib che cede lo 0,62% dopo i guadagni di ieri (+1,18%).
Il greggio si è avvicinato sempre più a quota 40 e oggi resta a 42,70 dollari al barile anche in questo momento quota un +0,40% ma resta ai minimi degli ultimi mesi. A frenare il recupero sono i timori circa l’inefficacia dei tagli alla produzione dell’Opec a fronte di un eccesso di estrazione, in particolare allo scisto Usa.
A farne le spese sono soprattutto i titoli petroliferi con Eni (MI:ENI) che cede l’1,02% nonostante l’accordo siglato con General Electric (NYSE:GE) e il ministro dell’energia del Kazakhstan relativo ad una cooperazione per lo sviluppo di progetti sull’energia rinnovabile.
Intanto, l’azienda prosegue la sua politica di espansione nel mercato con la prima spedizione di Gas Naturale Liquefatto (GNL) prodotto dal campo di Jangkrik nelle acque profonde iniziata oggi.
"Jangkrik è un progetto sviluppato con un eccellente time-to-market, in anticipo rispetto a quanto annunciato” spiega Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, “che sfrutta le sinergie con l'esistente terminale di Bontang e con altre scoperte a gas limitrofe. Queste potranno essere messe in produzione inserendole nella catena del valore già esistente”.
La giornata continua negativa anche per Saipem (MI:SPMI), che cede l’1,05% e Tenaris (MI:TENR) a -0,67%.