di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - La più grande riforma istituzionale che il governo Renzi sta attuando è un ribilanciamento dei poteri fra esecutivo e legislativo in favore della presidenza del Consiglio, ma anche un rafforzato potere del premier all'interno del governo.
I giornali oggi riportano che anche i decreti attuativi della riforma della Pubblica amministrazione, che dovrebbero andare con un primo blocco all'esame del consiglio dei ministri della prossima settimana, prevederebbero in capo a Chigi l'Organo di vigilanza sulle società a controllo pubblico. In pratica il nuovo organismo dovrebbe proporre i nomi degli amministratori, verificare la gestione di eventuali crisi delle società, controllare i fabbisogni di personale. Lo slittamento da questa settimana alla prossima per l'esame in cdm sarebbe legato proprio alla verifica della congruità di queste norme e all'ennesimo braccio di ferro tra Tesoro e Chigi.
Già la riforma costituzionale aumenta consistentemente i poteri dell'esecutivo: si pensi solo alla fiducia limitata ad una sola Camera nella quale, con la riforma elettorale, la maggioranza dovrebbe essere certa. Ed è proprio questa una delle questioni sulle quali si sono concentrate le attenzioni dei critici, anche all'interno del centrosinistra.
Il nuovo organismo poi ribalterebbe definitivamente in favore del premier lunghi contrasti con il Tesoro verificatisi anche in passati recenti. Pensiamo solo alle polemiche del vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini con il ministro del Tesoro Giulio Tremonti sulla cosiddetta Cabina di regia sulle questioni economiche nel secondo e terzo governo Berlusconi. O quelle tra Silvio Berlusconi e sempre Tremonti nel più vicino 2011.
Non solo quindi un premier più forte nei confronti del Parlamento ma anche più forte all'interno dello stesso governo con i ministri che hanno sempre più il ruolo di suoi collaboratori.