ROMA (Reuters) - Il governo ha varato nel Consiglio dei ministri terminato stanotte l'attesa riforma del settore del credito cooperativo (Bcc).
Ecco i punti salienti, secondo la nota di Palazzo Chigi.
1) Obbligo per le Bcc di aderire a un gruppo bancario cooperativo che abbia come capogruppo una spa con un patrimonio non inferiore a un miliardo di euro. L'adesione a un gruppo bancario è la condizione per il rilascio, da parte della Banca d'Italia, dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria in forma di banca di credito cooperativo.
2) La Bcc che non intende aderire ad un gruppo bancario, può farlo a condizione che abbia riserve per almeno 200 milioni e versi un'imposta straordinaria del 20% sulle stesse riserve. Perderrebbe lo status di Bcc e dovrebbe trasformarsi in spa, altrimenti è prevista la liquidazione.
3) Il collegamento tra la società capogruppo e le Bcc aderenti al gruppo avviene con accordi contrattuali chiamati contratti di coesione, che regolano i poteri della capogruppo su ciascuna singola banca aderente. I poteri saranno più o meno stringenti a seconda del grado di rischiosità della singola banca.
4) La maggioranza del capitale della capogruppo è detenuto dalle BCC del gruppo. Il resto del capitale potrà essere detenuto da soggetti omologhi (gruppi cooperativi bancari europei, fondazioni) o destinato al mercato dei capitali.
5) Al fine di favorire la patrimonializzazione delle singole BCC è stato elevato il limite massimo dell'investimento in azioni di una banca di credito cooperativo e il numero minimo dei soci.
6) La banca che intende assumere il ruolo di capogruppo deve trasmettere la relativa comunicazione alla Banca d'Italia entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore delle disposizioni di attuazione della stessa Banca d'Italia. Il contratto di coesione è stipulato entro 90 giorni dalla conclusione degli accertamenti di Banca d'Italia. Sono previsti 60 mesi dall'entrata in vigore della legge per l'adeguamento da parte delle BCC al nuovo numero minimo di soci.