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Telecom Italia, il 64,5% del capitale totale sostiene Genish in assemblea

Pubblicato 24.04.2018, 18:13
Aggiornato 24.04.2018, 18:20
© Reuters.  Telecom Italia, il 64,5% del capitale totale sostiene Genish in assemblea

di Stefano Rebaudo

noROZZANO (Milano) (Reuters) - Il 64,5% del capitale ordinario di Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) ha confermato di fatto Amos Genish come AD, a pochi giorni dall'assemblea in cui il fondo attivista Elliott e il primo azionista Vivendi (PA:VIV) si daranno battaglia per nominare la maggioranza del nuovo cda.

L'assemblea ha approvato la nomina di Genish nel consiglio di amministrazione, condizione necessaria perché Genish conservi il ruolo di AD. La nomina scade però il 4 maggio, quando si rinova il consiglio. Genish sarà riproposto nella lista Vivendi.

Era presente il 65,9% del capitale e il 97,9% dei voti è andato all'AD.

Il consenso raccolto da Genish rivela il gradimento degli investitori istituzionali e il fatto che l'attuale AD, nominato da Vivendi, resta una figura chiave anche per il fondo Elliott che intende cambiare i rapporti di forza all'interno del cda.

Il 4 maggio si fronteggeranno due liste, quella di Elliott che detiene l'8,8% del capitale ordinario e quella di Vivendi, che ha il 23,9%.

Genish ha detto in apertura dei lavori che intende andare avanti con il suo piano industriale.

Il suo piano però non coincide esattamente con quello di Elliott, che ha comunque manifestato più volte, incluso oggi, il sostegno all'attuale amministratore.

"Sarò felice di continuare a realizzare il piano DigiTim in futuro", ha detto Genish durante l'assemblea. "Sarò felice di lavorare con tutti nei prossimi anni".

Spero "ci sarà intesa e fiducia con il nuovo consiglio", ha detto, rispondendo a una domanda su cosa farà dopo il 4 maggio.

I proxy suggeriscono in modo unanime di votare per la lista del fondo, ma Vivendi ha già dimostrato in altre occasioni di essere in grado di ribaltare l'esito che era prevedibile leggendo i report dei consulenti dei fondi.

Decisivo sarà il ruolo della cassa Depositi e Prestiti, accreditata oggi con il 4,78% del capitale.

E anche la percezione degli investitori sulla sintonia tra le proposte di Elliott e quelle dell'AD.

In passato, in casi di contrasto tra Vivendi e istituzionali, la partecipazione in assemblea è stata pari a circa il 60% del capitale, con un 30% circa a favore del socio francese e un gruppo di entità simile sul fronte opposto.

LISTA VIVENDI VINCE SU COLLEGIO SINDACALE

La lista presentata dal gruppo francese per la nomina del collegio sindacale ottiene una maggioranza pari al 75,3%, mentre alla presidenza, con consensi superiori al 50%, va Roberto Capone, attuale sindaco, che ha mostrato di avere opinioni contrarie con quelle del cda su una serie di temi, a partire dalle richieste del fondo attivista.

La politica di remunerazione incontra note critiche piuttosto accentuate. La delibera è passata con il 66,2% a favore, il 24,8% contrari e il 9% di astenuti.

Per la nomina dei revisori viene bocciato il suggerimento di nominare Ernst&Young e anche quello su Kpmg, con astensioni superiori al 50% dei presenti.

BERNABE' CHIEDE DI ABBASSARE I TONI

Le ultime vicende sul rinnovo del consiglio hanno creato un clima sbagliato che ha danneggiato l'immagine del gruppo, secondo Franco Bernabè vicepresidente della società.

"Toni eccessivi e poco consoni a un'impresa dello standing della nostra società" rivelano "un clma sbagliato con gravi ripercussioni in termini reputazionali", ha detto Bernabè, dopo aver fatto riferimento a "esternazioni di punti di vista soggettivi" e "giudizi diffusi via comunicati stampa".

"Auspico che tutti i soci, in particolare quelli portatori di significativi interessi economici, agiscano in futuro con dialettica costruttiva nell'interesse della società e nel pieno rispetto di tutti gli azionisti", ha aggiunto Bernabè.

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