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Tim lavora con Goldman Sachs, Credit Suisse su separazione rete

Pubblicato 23.02.2018, 08:52
Aggiornato 23.02.2018, 09:00
© Reuters. Il logo di Tim a Milano

© Reuters. Il logo di Tim a Milano

MILANO (Reuters) - Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) sta lavorando con Goldman Sachs e Credit Suisse al progetto annunciato di separazione della rete, dicono alcune fonti vicine alla vicenda.

Nessun commento da Credit Suisse né Goldman Sachs.

La separazione è un passo verso la classe politica italiana, che ha espresso a più riprese timori sul fatto che un asset strategico sia in mano a un azionista privato estero. Il gruppo francese Vivendi (PA:VIV) controlla il 23,9% di Tim.

Vivendi ha un altro fronte aperto collegato con la politica italiana. E' impegnata in un contenzioso con Mediaset (MI:MS), controllata dalla famiglia dell'ex-primo ministro, Silvio Berlusconi, che guida il centrodestra, in testa nei sondaggi sul voto per il rinnovo del parlamento del 4 marzo.

L'AD Tim, Amos Genish, a inizio febbraio, ha presentato al governo il progetto che prevede il conferimento della rete Tim a una nuova società, che sarà controllata al 100% dalla stessa Tim e che sarà discusso al prossimo cda per l'approvazione del piano industriale, il 6 marzo.

Il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha parlato di "svolta epocale" molto positiva.

Una fonte spiega che ci vorrà più di un anno perché la separazione sia completamente realizzata, aggiungendo che non c'è stata ancora la nomina formale degli adviser.

Il predecessore di Genish, Flavio Cattaneo, ha lasciato la guida del gruppo a luglio 2017, dopo uno scontro con Roma sul tema della rete a banda larga.

Già a fine luglio 2017, Arnaud de Puyfontaine, AD di Vivendi e AD ad interim di Tim dopo l'uscita di Cattaneo, apriva alle richieste della politica, dicendo che il tema della separazione della rete sarebbe stato affrontato dal cda.

Ma c'è un altro fronte aperto per Tim. Dal momento della nomina di Genish, diversi analisti hanno cominciato a speculare sulla possibilità di operazioni di m&a in Brasile, considerata l'ampia conoscenza che il nuovo AD ha del Paese sudamericano.

"Il punto d'arrivo non si conosce, ma il Brasile è in cima alla lista delle priorità" di Tim, dice una fonte.

Se andasse a buon fine la ristrutturazione di Oi SA, ora in amministrazione controllata, si potrebbe riaprire m&a in Brasile e la controllata Tim, Tim Participacoes (Tim Brasil), potrebbe essere tra i protagonisti.

Sul fronte interno, quello che chiedono le forze politiche, dal Pd a Forza Italia, inclusi i 5 Stelle, è una fusione tra la rete Tim e Open Fiber, operatore di rete alternativo controllato da Enel (MI:ENEI) e da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). L'operazione darebbe vita a un soggetto unico che avrebbe la proprietà della rete telefonica fissa.

Una fonte dice che Tim potrebbe, in una seconda fase, fare la fusione con Open Fiber.

5 Stelle e Pd vorrebbero che questo possibile nuovo soggetto fosse controllato dallo Stato, Forza Italia pensa a un azionariato composito che includa Cdp, ma anche fondi infrastrutturali privati.

© Reuters. Il logo di Tim a Milano

(Agnieszka Flak, Stephen Jewkes, Pamela Barbaglia)

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