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UniCredit, dopo successo aumento potrebbe aprirsi partita su cda

Pubblicato 24.02.2017, 19:50
Aggiornato 24.02.2017, 19:50
© Reuters. L'Ad di Unicredit Jean Pierre Mustier a margine di un cda a Roma.

MILANO (Reuters) - Archiviato con pieno successo l'aumento di capitale da 13 miliardi, per UniCredit (MI:CRDI) potrebbe aprirsi nelle prossime settimane una partita sulla composizione del cda in vista dell'assemblea di bilancio del 20 aprile.

La mappa azionaria della banca post aumento probabilmente vedrà diversi cambiamenti, con il peso delle fondazioni che si ridurrà al 4,5-5% dal 6,8% espresso nell'ultima assemblea di gennaio, mentre si scommette sull'ingresso con quote importanti di alcuni fondi istituzionali.

Per avere contezza di questi mutamenti occorre attendere che l'aumento sia iscritto nel registro delle imprese e che vengano fatte a Consob le comunicazioni sull'eventuale superamento della soglia rilevante del 3%.

In occasione dell'ultimo rinnovo del Cda nel 2015 la lista dei fondi ha ottenuto il maggior numero di voti in assemblea. Poiché la lista aveva una sola candidata, Lucrezia Reichlin, il risultato a sorpresa non ha influito sugli equilibri della lista presentata dagli altri soci.

Oggi va verificato se i fondi vorranno avere più peso in consiglio in ragione della loro maggiore incidenza sull'azionariato. E a dicembre, in occasione della presentazione del piano industriale, lo stesso Ceo di UniCredit Jean Pierre Mustier ha dichiarato che il futuro Cda dovrà riflettere più fedelmente la composizione dell'azionariato.

L'attuale consiglio scade con l'assemblea di bilancio del 2018. In occasione del rinnovo verrà ridotto il numero dei componenti dagli attuali 17 a 15 e quello dei vicepresidenti da 3 a 1.

Alcune avvisaglie su quello che potrebbe essere il tema dei prossimi mesi si erano avute lo scorso 12 gennaio, quando i soci hanno approvato l'aumento di capitale. Alessandro Mazzucco, presidente della Fondazione Cariverona, che ha investito fino a 220 milioni nell'aumento, scendendo all'1,8%, aveva invitato il consiglio, in cui l'ente veneto non è presente, a fare una riflessione sugli errori commessi, che hanno portato alla necessità di una ricapitalizzazione 'monstre', ed eventualmente un passo indietro.

"Le probabilità che il consiglio possa dimettersi in blocco sono molto basse", osserva una fonte vicina alla situazione. "È un po' meno improbabile che qualche consigliere possa lasciare", aggiunge.

"Anticipare al 2017 anche solo alcuni dei cambiamenti già previsti è possibile", prosegue la fonte. E una delle ipotesi che potrebbero essere messe sul tavolo è la riduzione immediata del numero dei vicepresidenti che oggi sono Vincenzo Calandra Bonaura e Fabrizio Palenzona, riconducibili rispettivamente alla Fondazione CR Modena e alla Crt, e Luca Cordero di Montezemolo, indicato in quota Aabar, fondo sovrano di Abu Dhabi secondo socio con il 5%.

Più scettiche su un rimpasto immediato altre fonti. Una seconda fonte vicina alla situazione rimanda al 2018 qualsiasi novità all'interno del consiglio, scartando l'idea che qualcosa possa accadere già con questa assemblea. "Sicuramente nel 2018 tutto è destinato a cambiare, ma per adesso è difficile che accada qualcosa", dice una delle fonti.

"D'altronde in questi mesi l'attuale consiglio non è stato affatto un ostacolo per Mustier" che ha preso decisioni anche drastiche come la vendita di asset importanti quali Bank Pekao e Pioneer Investments, osserva la prima fonte.

Di più ampio respiro appare poi il tema di un ridisegno complessivo della presenza delle fondazioni in consiglio: c'è chi propone che ci sia in futuro un rappresentante unico, in ragione anche del peso ridotto nell'azionariato.

D'altronde, come osservato da Mazzucco in un'intervista radiofonica qualche giorno fa, "il giusto ruolo delle fondazioni nell'azionariato delle banche è quello di azionisti istituzionali".

Con Mustier decisamente più forte dopo il successo dell'aumento di capitale, è ben salda la squadra di manager da lui stesso composta dopo il suo arrivo lo scorso luglio. "Gli stessi manager che hanno presentato a Londra il piano industriale lo implementeranno", osserva infatti una fonte a conoscenza della situazione.

© Reuters. L'Ad di Unicredit Jean Pierre Mustier a margine di un cda a Roma.

(Gianluca Semeraro)

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