Il presidente della Bce avverte su segnali di deterioramento del quadro economico, ma traccia un percorso che si spinge oltre la scadenza del suo mandato, soprattutto per quanto riguarda i riacquisti di titoli.
Mario Draghi avverte che i rischi per l’economia dell’ the euro-area , anche se restano sostanzialmente bilanciati, stanno iniziando a pendere verso il peggioramento. Draghi ha citato una gamma abbastanza ampia di cause di preoccupazione, dal rischio protezionismo alla volatilità del mercato. Le Borse reagiscono con un apprezzamento e l’euro cede un quarto di punto sul dollaro. Una reazione tutto sommato poco preoccupata, nonostante il presidente della Bce abbia anche confermato la conclusione del QE al 31 dicembre di quest’anno, vale a dire tra un paio di settimane. Il fatto è che Draghi ha in qualche modo dato il segno di quale sarà il tenore della fase finale del suo mandato, che si conclude alla fine di ottobre del prossimo anno. E questo sembra aver rassicurato il mercato. Perchè?
SI ALLONTANA ALMENO AL 2020 IL QUANTITATIVE TIGHTENING
In primo luogo perchè, pur confermando che il primo rialzo dei tassi della Bce non arriverà che dopo l’estate del 2019, ha anche aggiunto che il riacquisto dei titoli a scadenza potrà proseguire anche dopo che sarà avviato il cammino verso la normalizzazione dei tassi. In altre parole la Bce potrà continuare a rifinanziare lo stock di 2.600 mld di euro di titoli accumulati nei 4 anni del Quantitative Easing a tempo per ora indeterminato. In questo modo si allontana nel tempo il Quantitative Tightening, già intrapreso dalla Fed, e il conseguente drenaggio di liquidità. Ma soprattutto Draghi ha spinto la sua ‘guidance’ oltre la scadenza del suo mandato, almeno fino a inizio 2020. Se continuerà così anche l’anno prossimo il suo successore avrà un percorso tracciato per un arco di tempo abbastanza lungo, e se vorrà discostarsene dovrà motivarlo...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge