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Vertice Fed: non si prevede intervento ma segnali sull’aumento dei tassi

Pubblicato 14.06.2016, 10:02
© Reuters.  La Fed non dovrebbe intervenire sulla politica monetaria domani, ma potrebbe dare indicazioni sul futuro

Investing.com - La Federal Reserve (Fed) darà il via ai due giorni di vertice questo martedì, ma non si prevedono interventi sui tassi di interesse; i traders sperano però di avere indicazioni sull’andamento futuro della politica monetaria.

“Se la decisione della Fed dipende davvero dai dati e quindi la banca centrale interverrà sulla politica monetaria solo se i dati economici sono positivi, allora difficilmente i policymaker faranno qualcosa di più del bere caffè e mangiare ciambelle durante il vertice della prossima settimana”, hanno dichiarato gli esperti di Alhambra Investment Partners.

I futures Fed fund prevedono una probabilità di solo l’1,9% di un aumento dei tassi a giugno mentre gli esperti intervistati da Reuters escludono tale possibilità, aspettandosi un aumento dei tassi a luglio con una possibilità del 40% o a settembre, con una probabilità dell’80%.

Il report deludente sull’occupazione per il mese di maggio fa escludere che un aumento dei tassi venga annunciato domani alle 18:00 GMT, o alle 14:00 ET, in base alle stime dei futures Fed fund.

Anche se la Presidente della Fed Janet Yellen il 6 giugno ha avvertito che non ci si può basare su un solo dato, ha evitato di parlare della tempistica dell’aumento dei tassi nei “prossimi mesi” considerata in un discorso del 27 maggio.

In questo senso, i mercati terranno poco conto della dichiarazione della Fed, sebbene le parole, come sempre, verranno studiate con particolare attenzione.

Inoltre, visti gli ultimi interventi della Yellen, è poco probabile che la conferenza stampa di domani, alle 18:30 GMT, o alle 14:30 ET, possa rivelare un cambio di rotta della posizione della Fed.

Nonostante le aspettative basse sulla decisione di politica monetaria di domani, il vertice potrebbe essere particolarmente importante per definire le attese dei mercati.

Riflettori sulle proiezioni della Fed

I riflettori saranno puntati principalmente, piuttosto che sulle previsioni economiche aggiornate pubblicate insieme alla dichiarazione, sulle aspettative dei funzionari della Fed circa l’andamento futuro degli aumenti dei tassi.

Lo scorso marzo, l’opinione prevalente tra i funzionari della Fed circa gli aumenti dei tassi di interesse era di soli due aumenti per quest’anno, rispetto ai quattro stimati durante il vertice di dicembre, quando la banca ha alzato i tassi per la prima volta in un decennio.

Dopo il report sull’occupazione di maggio, i mercati hanno iniziato ad aspettarsi un solo aumento, in occasione del vertice di dicembre.

Un sondaggio di Reuters ha mostrato che un secondo aumento dei tassi potrebbe avvenire a settembre.

Se dalle dichiarazioni di domani dovesse emergere che i funzionari della Fed prevedono ancora due aumenti dei tassi per quest’anno, è difficile pensare che la banca possa far passare settembre.

Come spiega Marc Chandler, direttore globale della strategia monetaria di Brown Brothers Harriman, “Visto il calendario dei vertici (della Fed), e considerando che quando la Fed parla di un processo di normalizzazione “graduale” non intende aumenti in occasione di vertici consecutivi, è difficile prevedere due aumenti quest’anno senza un intervento in estate”.

Fattori di rischio a breve termine

Chandler ha dimostrato inoltre che dalla storia moderna dal 1980 risulta che le elezioni presidenziali non hanno effetto sulle decisioni di politica monetaria della banca centrale USA nonostante secondo molti commentatori il voto dell’8 novembre potrebbe frenare la mano della Fed.

Tuttavia, un intervento domani in vista del referendum britannico del 23 giugno sull’appartenenza all’Unione Europea (UE) è stato considerato dalla Yellen uno dei principali fattori di rischio in un discorso del 6 giugno.

La possibilità della Brexit, cioè che il Regno Unito esca dall’UE, “potrebbe avere ripercussioni economiche significative”, ha dichiarato la Yellen.

Un altro possibile motivo per aspettare settembre deriva dal fatto che i dati preliminari sul prodotto interno lordo (PIL) del secondo trimestre non saranno rilasciati prima del 29 luglio, dopo la decisione del 27 luglio, e quindi la banca centrale potrebbe aspettare per confermare le previsioni di crescita rilasciate dalla Fed di Atlanta e di New York, Rispettivamente del 2,5% e del 2,4%.

Le prossime possibili indicazioni sull’inasprimento

Presumendo che la Fed confermi le aspettative di due aumenti nel 2016 e che opti di aspettare non solo il referendum britannico ma anche la conferma dei dati sul PIL, l’attenzione si sposterà quindi al mese di agosto.

Non è prevista alcuna decisione di politica monetaria ad agosto, ma la Yellen potrebbe approfittare del Simposio Economico annuale a Jackson Hole per segnalare la possibilità di un aumento dei tassi in vista del vertice di settembre.

L’evento di quest’anno, dal titolo “Designing Resilient Monetary Policy Frameworks for the Future”, avrà luogo dal 25 al 27 agosto.

Per il momento la decisione di politica monetaria della Fed di domani dovrebbe essere un “non-evento”, ma le proiezioni della banca potrebbero fornire indicazioni sulla posizione della banca centrale in merito all’andamento futuro della politica monetaria.

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