ROMA (Reuters) - Sebbene non sia il suo compito, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni vuole che la fornitura del cosiddetto servizio telefonico universale comprenda anche l'accesso a internet in banda larga, almeno uguale a 7Mbps, ben oltre i 56 Kbs offerti oggi.
Lo si legge nel documento di consultazione sulla revisione del servizio universale pubblicato sul sito dell'Autorità.
Il servizio universale impone all'operatore che ne è incaricato di fornire un pacchetto base a chiunque ne faccia richiesta. Contenuti e modalità del servizio sono decisi a vari livelli dall'Unione europea, dai ministri incaricati e dall'autorità.
Secondo l'Agcom, "numerosi indicatori di mercato lasciano intravedere che sussistono, in Italia, le condizioni per valutare concretamente l'inclusione dell'Adsl tra gli obblighi del servizio universale, in relazione alla connessione dati da rete fissa", come prevede la normativa Ue, che suggerisce agli Stati di includere nella fornitura obbligatoria l'accesso dati che sia maggiormente diffuso fra la popolazione.
L'Agcom dice che se i suoi calcoli preliminari fossero confermati, "potrebbero risultare soddisfatti i requisiti che gli orientamenti comunitari pongono per l'inclusione delle connessioni a banda larga (presumibilmente almeno a 7Mbps) negli obblighi di servizio universale. Infatti la suddetta velocità di connessione è usata a livello nazionale da almeno la metà delle famiglie e da buona parte (da verificare se almeno l'80%) delle famiglie che dispongono di una connessione alla banda larga".
Per ottenere questo risultato basterebbe un "collegamento di backhaul in fibra ottica, dal PoP (gli aggregatori della rete fino) alla centrale locale".
Tutto bene se non ci fosse un quid: la legge dice che spetta al ministero dello Sviluppo economico la modifica delle componenti del servizio universale. E nel procedimento l'Autorità ha solo un ruolo consultivo nei confronti del Mise. Ma il presidente Marcello Cardani e gli altri componenti dell'Agcom hanno deciso che il proprio ruolo può "essere interpretato anche come propositivo, attraverso, ad esempio, una segnalazione al Mise". Di qui lo spunto per lanciare la consultazione pubblica.
Oggi la fornitura del servizio è affidata a Telecom Italia (MI:TLIT) su tutto il territorio nazionale e per tutte le prestazioni richieste. L'Autorità, comunque, può designare più imprese o gruppi di imprese per fornire i diversi elementi del servizio universale o per coprire differenti parti del territorio nazionale. Eventuali sovraccosti che il fornitore del servizio dovesse sopportare sono ripartiti fra i fornitori di reti e servizi di comunicazioni elettroniche nel territorio nazionale.
(Alberto Sisto)