Di Mauro Speranza
Investing.com – Giornata di ieri caratterizzata dal sell off sui mercati, in particolare a Wall Street, dove i titoli tecnologici hanno continuato a essere protagonisti ma questa volta in negativo.
Il Dow Jones ha chiuso in ribasso del 2,78% a 28.289,63; l’S&P 500 ha perso il 3,51%, a 3.456,79; il Nasdaq ha chiuso in perdita del 4,96%, a 11.458,10 dollari.
Particolarmente importante dal punto di vista statistico la chiusura negativa di Apple (NASDAQ:AAPL) pari all’8%, suo secondo calo percentuale di sempre, stabilendo la maggior perdita di capitalizzazione di mercato della storia con 180 miliardi di dollari perduti.
Il precedente record negli Stati Uniti apparteneva a Facebook (NASDAQ:FB), stabilito nel luglio 2018 quando aveva perso 120 miliardi di dollari in una sola seduta a causa di risultati trimestrali deludenti e dello scandalo del data mining di Cambridge Analytica. Per quanto riguarda il record mondiale, questo era stato toccato in Germania da Volkswagen (DE:VOWG) nell’ottobre 2008 con una perdita di 143 miliardi di dollari.
“Avendo aggiunto fino all’87% del valore prima dell’inizio del ribasso, Apple si trova in cima alla piramide delle compagnie USA con la valutazione più alta, con una capitalizzazione di mercato di oltre 2 mila miliardi di dollari, la prima compagnia statunitense a raggiungere questa pietra miliare”, spiega Pinchas Cohen, analista di Investing.com
“Il fatto che Apple abbia raggiunto questo traguardo durante la peggiore pandemia globale degli ultimi cento anni testimonia la capacità del produttore di iPhone di vendere i suoi prodotti persino durante sconvolgimenti ed incertezze economiche”, sottolinea l’esperto.
Inoltre, sebbene gli analisti di JP Morgan (NYSE:JPM) ritengano che “gli investitori hanno ampiamente riconosciuto la ricca valutazione del titolo di Apple”, la banca vede ulteriore spazio di crescita per le azioni e ha infatti alzato il prezzo obiettivo a 150 dollari, da 115 dollari valutato sullo split.
Il nuovo calo di Apple, il secondo consecutivo dopo il -2% della chiusura di mercoledì, rappresenta una svolta per le azioni del gigante di Cupertino? “Forse, ma non possiamo saperlo con certezza a questo punto”, conclude Cohen.
Scoppia la bolla a Wall Street?
Il ‘giovedì nero’, però, ha colpito anche il resto dei ‘fantastici 5’, ovvero Microsoft (NASDAQ:MSFT), Google Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Amazon (NASDAQ:AMZN) e Netflix (NASDAQ:NFLX), tutte in forti perdite, perdendo complessivamente oltre 500 miliardi di capitalizzazione di mercato, includendo Apple.
“Il mercato azionario ha fatto molta strada in un breve lasso di tempo, in particolare nel settore tecnologico; questo mercato ha dovuto subire una flessione. In realtà, è giunta in ritardo”, scrive in un report Greg McBride, capo analista finanziario di Bankrate.
“Il recente rally delle attività di rischio ai minimi di marzo è stato senza dubbio alimentato dalle politiche accomodanti della Fed, che hanno scatenato un'ondata di liquidità nei mercati finanziari”, spiegava ieri Jesse Cohen, analista senior di Investing.com.
“Resta da capire quanto durerà questo eccesso e, soprattutto, se si tratta davvero di una bolla visto che si saprà solamente quando (e se) quest'ultima sarà esplosa”, scrivevano gli esperti di Berenberg.
A questo punto, “se le cose si dovessero mettere di nuovo male, è possibile che la Fed interverrà immediatamente con maggiori stimoli, gonfiando così ancora di più la bolla”, prevede Cohen.