Aprile sta finendo: è il momento di mettere in pratica la strategia "Vendi a maggio e vai via"?

Pubblicato 28.04.2025, 12:22
© Reuters

Investing.com - Ogni anno, con l’avvicinarsi del mese di maggio, riemerge tra gli analisti e gli investitori una vecchia massima di Wall Street: "Vendi a maggio e vattene". Questo adagio suggerisce che i rendimenti del mercato azionario tendono a essere più deboli tra maggio e ottobre e che gli investitori farebbero meglio a vendere le loro posizioni in primavera e a rientrare in autunno. Tuttavia, come ogni regola di mercato, la sua applicabilità dipende dall’attuale contesto economico e finanziario: ha senso applicare questa strategia nel 2025?

Che cosa ha da dire l’intelligenza artificiale su questa domanda? Ecco cosa ci ha detto:

La frase "Vendi a maggio e vattene" si basa su modelli storici di mercato, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, dove i rendimenti tendono a essere più forti nei mesi da novembre ad aprile. Alcuni studi dimostrano che, nel lungo periodo, evitare l’esposizione al mercato durante i mesi estivi può migliorare leggermente i rendimenti corretti per il rischio. Tuttavia, la differenza non è schiacciante e, in molti casi, non giustifica i costi di transazione, le imposte o il rischio di perdere i forti rialzi.

Cosa dice l’attuale situazione di mercato nel 2025?

Quest’anno il contesto finanziario è particolarmente particolare. Di seguito, passiamo in rassegna i fattori chiave:

1. Politica monetaria

Dopo diversi anni di stretta monetaria per controllare l’inflazione post-pandemia, le banche centrali hanno iniziato ad allentare le loro politiche. La Federal Reserve statunitense e la Banca Centrale Europea hanno già effettuato un paio di tagli dei tassi nel 2025, cercando di rilanciare la crescita economica, che mostra segni di moderato rallentamento ma non di recessione. Questo favorisce in genere gli asset rischiosi come le azioni, almeno nel breve periodo.

2. La recente performance del mercato

Nei primi quattro mesi dell’anno, i principali indici del mercato azionario hanno mostrato un andamento positivo, anche se con una maggiore volatilità. L’S&P 500 e il sito Nasdaq, ad esempio, sono saliti dell’8-10%, spinti dai buoni risultati societari e dall’aspettativa di tassi d’interesse più bassi. Tuttavia, si registra una crescente dispersione: mentre settori come la tecnologia continuano a essere trainanti, altri, come gli industriali e i finanziari, mostrano segni di stanchezza.

3. Fattori geopolitici

L’incertezza geopolitica rimane elevata. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina sono riemerse e in Europa si teme per le elezioni parlamentari di giugno. Inoltre, i conflitti in Medio Oriente continuano a generare una certa volatilità dei prezzi del petrolio, con ripercussioni sulle aspettative di inflazione.

4. Valutazioni

Le valutazioni di mercato, misurate da parametri come il rapporto prezzo/utili (P/E), sono a livelli relativamente elevati, soprattutto nel settore tecnologico. Ciò rende i mercati vulnerabili a qualsiasi sorpresa negativa nei dati macroeconomici o negli utili societari.

Quindi vendere a maggio?

In questo contesto, la risposta non è semplice. Applicare meccanicamente la regola "vendere a maggio" potrebbe essere un errore quest’anno. Sebbene vi siano rischi evidenti che potrebbero mettere sotto pressione i mercati durante l’estate - in particolare la volatilità politica e geopolitica - la politica monetaria accomodante e la tenuta economica degli Stati Uniti potrebbero sostenere i prezzi.

Inoltre, i dati storici mostrano che in anni di tagli dei tassi, come quello attuale, il mercato tende a performare meglio del solito, anche nei mesi estivi.

Una strategia più sfumata sarebbe quella di ruotare il portafoglio piuttosto che vendere in modo aggressivo. In altre parole:

  • Ridurre l’esposizione ai settori più costosi o ciclici, vulnerabili a un rallentamento economico.

  • Aumentare le posizioni in settori difensivi come la sanità, i beni di consumo o i servizi di pubblica utilità.

  • Mantenere la liquidità per cogliere le opportunità se i mercati subiscono correzioni temporanee.

  • Diversificare a livello internazionale, soprattutto verso regioni meno correlate ai rischi politici statunitensi o europei.

Conclusione

Sebbene la tentazione di "vendere a maggio" sia ancora viva e vegeta, il contesto del 2025 non giustifica una fuga generalizzata dal mercato. Gli investitori dovrebbero continuare a investire ma in modo selettivo, gestendo attentamente il rischio in un contesto che combina valutazioni difficili, allentamento monetario e forte incertezza geopolitica.

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