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Attività delle imprese USA giù dal massimo di 14 mesi a febbraio -Markit

Pubblicato 21.02.2017, 15:48
© Reuters.  Indici PMI di Markit su servizi e manifattura inaspettatamente giù a febbraio
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Investing.com - L’attività delle imprese del settore privato USA ha rallentato la sua espansione a febbraio, scendendo dal massimo di 14 mesi e ridimensionando l’ottimismo per l’economia statunitense, secondo i dati preliminari di questo martedì.

Nel report del gruppo di ricerche di mercato Markit si legge che l’indice flash dei direttori acquisti (PMI) per il settore dei servizi è sceso a 53,9 a febbraio dalla lettura del mese precedente di 55,6, che era stata il massimo dal novembre del 2015.

Gli analisti avevano previsto un aumento a 55,8.

Il settore dei servizi rappresenta circa l’80% dell’economia statunitense ed i dati sono quindi particolarmente importanti per valutare la crescita.

Markit ha dichiarato inoltre che l’indice flash dei direttori acquisti (PMI) per il settore manifatturiero è sceso a 54,3 a febbraio dalla lettura finale del mese precedente di 55,0.

Gli analisti avevano previsto un aumento a 55,3.

Una lettura superiore a 50,0 indica un’espansione del settore mentre una lettura inferiore a tale livello ne indica una contrazione.

Dal report emerge che il rallentamento è stato dovuto soprattutto al settore dei servizi, mentre l’attività del settore manifatturiero è sulla buona strada per segnare il tasso di crescita trimestrale maggiore degli ultimi due anni.

Tuttavia, Markit sottolinea che gli ultimi dati mostrano che l’ottimismo delle imprese si è ridimensionato.

“Moderati in generale, gli intervistati hanno mostrato il grado di ottimismo per le prospettive di crescita minore dal settembre del 2016”, si legge nel report.

“Il calo del dato degli indici PMI flash per il mese di febbraio indica che la ripresa post-elettorale ha perso lo slancio”, ha dichiarato Chris Williamson, capo economista di Markit.

“La crescita della produzione, dei nuovi ordinativi e dell’occupazione si è ridotta, così come le pressioni inflazionarie”, spiega.

Tuttavia, Williamson fa notare che, nonostante le letture deludenti, i dati rispecchiano una crescita economica al tasso annuo del 2,5% nel primo trimestre.

Dopo il report, il cambio EUR/USD si attesta a 1,0547 da circa 1,0533 segnato prima dei dati, la coppia GBP/USD è scambiata a 1,2443 dal precedente 1,2416, mentre il cambio USD/JPY scende a 113,45 da 113,70 precedente.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 101,37 da 101,53 segnato prima del report.

Intanto, i titoli azionari USA sono al rialzo dopo l’apertura. L’indice Dow 30 sale di 94 punti o dello 0,46%, l’indice S&P 500 è in salita di 10 punti o dello 0,41%, mentre l’indice Nasdaq Composite legato al settore tech va su di 23 punti, o dello 0,40%.

Sul mercato delle materie prime, i future dell’oro sono scambiati a 1.234,35 dollari l’oncia troy, rispetto ai 1.228,95 dollari segnati prima dei dati, mentre il greggio si attesta a 54,73 dollari al barile dai 54,77 dollari precedenti.

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