Investing.com - I futures dell’oro scendono al minimo da gennaio questo lunedì; l’appeal del metallo prezioso è stato colpito dal rafforzamento del dollaro e dalle crescenti aspettative di un aumento dei tassi di interesse statunitensi.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre è sceso al minimo giornaliero di 1.208,90 dollari l’oncia troy, un livello che non si registrava dal 2 gennaio.
I prezzi si sono poi attestati a 1.215,70 dollari negli scambi della mattinata europea, in calo di 90 centesimi, o dello 0,07%.
Supporto a 1.204,30 dollari, il minimo dal 2 gennaio e resistenza a 1.229,20 dollari, il massimo dal 19 settembre.
Sempre sul Comex, l’argento con consegna a dicembre scende di 13,6 centesimi, o dello 0,76%, a 17,70 dollari l’oncia troy. Precedentemente il prezzo è crollato al minimo della seduta di 17,33 dollari, il minimo dal luglio 2010.
Il 17 settembre, al termine dei due giorni di vertice di politica economica, la Federal Reserve ha tagliato di altri 10 miliardi di dollari il suo programma di acquisti di stimolo e riuscirà quindi a chiudere il programma il mese prossimo.
Sebbene la Fed abbia ribadito l’intenzione di mantenere i tassi stabili “per un lungo periodo” a conclusione del programma di allentamento monetario, ha previsto comunque un tasso veloce dell’aumento dei tassi.
Per la fine del 2015, la media prevista è pari all’1,375% contro la previsione dell’1,125% di giugno.
L’oro e l’argento hanno degli alti costi di gestione e perdono parte del loro appeal quando aumentano i tassi di interesse, poiché spesso non riescono a competere con gli investimenti ad alto rendimento.
Il dollaro è scambiato vicino al massimo degli ultimi sei anni contro lo yen, mentre l’euro oscilla vicino al minimo degli ultimi 14 mesi, dal momento che i mercati hanno considerato aggressivo l’atteggiamento della Fed.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, dal momento che riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Intanto, il rame con consegna a dicembre crolla di 4,8 centesimi, o dell’1,54%, al minimo di quattro mesi di 3,044 dollari la libbra.
I traders del rame attendono gli importanti dati economici cinesi nel corso della settimana per valutare la forza della seconda economia mondiale.
I prossimi dati che saranno pubblicati dalla Cina saranno quelli sull’indice preliminare HSBC dei direttori acquisti per il mese di settembre, attesi per domani. Il report dovrebbe mostrare che l’attività manifatturiera ha visto un peggioramento al minimo di 4 mesi di 50,0 questo mese dalla lettura di agosto di 50,2.
Il Ministro delle Finanze cinese Lou Jiwei ha ribadito che i policymaker di Pechino non apporteranno modifiche di rilievo alla politica monetaria dopo la pubblicazione dei singoli indicatori economici.
Secondo quanto affermato dalla Banca Popolare Cinese, i commenti sarebbero stati rilasciati in Australia durante il G20 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali.
Le parole di Lou hanno ridotto le aspettative che la Cina possa aumentare le misure di stimolo per raggiungere l’obiettivo di crescita del 7,5% previsto per quest’anno.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.